Valmaura, rione invaso dagli insetti del cimitero
La Necrobia rufipes si rinviene su cibi secchi e corpi morti. Cittadini ed esercenti: situazione insostenibile

Il rione di Valmaura è assalito da coleotteri provenienti dal vicino cimitero, che costringono in alcune zone gli abitanti a barricarsi in casa. Sono insetti grandi come una coccinella ma morfologicamente più simili a un maggiolino di colore verde bluastro. Ciò che sconvolge maggiormente è il fatto che, secondo le analisi effettuate su un esemplare dalla sezione Entomologia del Museo civico di Storia naturale, si tratta di Necrobia rufipes. «La specie si rinviene, spesso numerosa, su proteine disidratate - si legge nella relazione entomologica - come prosciutti, carne secche, cibi secchi per animali, formaggi, derivati della palma e del cocco, corpi morti da tempo, in fase prescheletrica o su ossa parzialmente spolpate». Non a caso si trova di frequente nelle aree cimiteriali.
La specie è nota tra i più comuni infestanti delle derrate alimentari a forte contenuto proteico e viene impiegata spesso in entomologia forense per la datazione dei decessi. Per ora è mistero sulla esatta provenienza della colonia di Valmaura. Ma chi frequenta il campo sacro può confermare la fitta presenza di questi coleotteri, che non attaccano l’uomo ma neppure lo temono, quindi si appoggiano di frequente, oltre che sugli alimenti, anche sulla pelle e sui vestiti.
Le zone più colpite dall’invasione sono piazzale Valmaura, via Fianona, parte di via Costalunga e salita di Zugnano (dove tra l’altro si trova anche una scuola). Una situazione insostenibile per cittadini e commercianti. «Il mio locale - spiega Denis Pussini, titolare del pub Excalibur - è invaso da questi insetti. Non posso negare che il lavoro è diminuito nell’ultimo mese. Non è piacevole venire a mangiare un panino e trovarsi costantemente infastiditi. Ogni mattina trovo i tavoli e il pavimento coperti da una distesa di questi animaletti. Se continua così sarò costretto a chiudere».
Preoccupato anche Bruno Iugovaz, titolare della pizzeria Stadio. «La situazione è peggiorata - commenta - dopo che sono stati effettuati dei lavori nel vicino cimitero. Le istituzioni dovrebbero darsi da fare e cercare di capire quale sia effettivamente la fonte del problema e soprattutto accertare, se non siano nocive per la salute dell’uomo».
Vive barricata in casa Cinzia Ugussi, residente in via Fianona: «Nonostante tenga ormai sempre le finestre chiuse - dice - ho l’appartamento invaso. Vivo qua da quindici anni e non mi era mai successa una cosa simile. Ti cambia la vita. Non posso nemmeno pensare di fare la griglia in giardino, questi coleotteri sono attratti dal cibo e non scappano nemmeno con le temperature elevate dei fornelli».
«Sono talmente tante - incalza Corrado, dipendente della carrozzeria Zampa - che si attaccano sulle macchine appena verniciate lasciando il segno. È successo già tante volte che abbiamo dovuto rifare il lavoro». Massimo Binetti, titolare di Autovega, si è addirittura accorto che le bestie avevano intasato il filtro della macchina distributrice del caffè. «I clienti cominciano a chiederci spiegazioni - afferma Glauco Cesar, amministratore delegato della Ugussi - perché basta stare qui seduti il tempo necessario per la stesura di un preventivo, che si viene costantemente infastiditi. Quando poi spieghi di che tipo di bestie si tratta non è difficile immaginare la loro reazione».
I cittadini hanno più volte chiamato ditte private per la disinfestazione, ma non è servito a nulla. Sempre secondo quanto scritto nella relazione tecnica della Sezione entomologica, questa specie può sopravvivere anche per sei mesi senza mangiare. La metamorfosi avviene dentro bozzoli di materiale simile alla carta, lontano dalle derrate infestate. Gli adulti compaiono in tarda primavera. Ogni femmina, inoltre, depone circa trecento uova, da cui nascono larve che diventano adulte dopo 20-150 giorni a seconda di cibo e temperatura.
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