Università, tre i candidati per la successione a Peroni

Dopo Fermeglia e Battelli ha rotto gli indugi anche Guido Abbattista: due storici contro un chimico per il posto di rettore. L’ateneo alle urne il 30 maggio
Di Gabriella Ziani

Sarà una corsa a tre, sono infine proprio tre i candidati successori del rettore Francesco Peroni alla guida dell’Università di Trieste e l’ultimo iscritto, Guido Abbattista, 60 anni fra qualche mese, docente di Storia moderna al Dipartimento di studi umanistici, con specializzazione sulla politica extraeuropea del ’700, ha presentato la candidatura meno di 10 giorni fa, il 19 aprile. Martedì scadono i termini. Il popolo universitario va alle urne il 30 maggio, a distanza di quasi 7 anni dal “plebiscito” che portò al vertice l’allora giovanissimo Peroni, non più candidabile.

Abbattista ha sciolto le riserve e si confronterà con il chimico Maurizio Fermeglia, 58 anni, il primo a farsi avanti, docente al Dipartimento di Ingegneria e architettura e direttore del Laboratorio di modellistica molecolare Mose, e con Giuseppe Battelli, 60 anni, anch’egli uno storico, docente di Storia contemporanea nello stesso Dipartimento di Abbattista, e già preside della facoltà di Scienze della formazione. Un corpo a corpo fra “umanisti”, e in due a fronteggiare lo “scienziato”.

«Era un pensiero che stavo facendo da qualche mese - dice il professore di Storia contemporanea nato a Lucca, laureato a Pisa e con numerosissime esperienze all’estero -, la decisione è dell’ultimo momento, e so che si tratta di un grande impegno, che richiede grande dedizione, applicarsi a problemi complessi, spesso anche in alternativa ai propri impegni e obiettivi di ricerca, e inoltre c’è una responsabilità in più: essere all’altezza di Peroni, che ha avuto una ottima conduzione dell’ateneo».

Candidatura che dunque non nasce in opposizione, ma in continuità, «però quando sarà pubblicato il mio programma, lunedì o martedì - prosegue Abbattista -, si vedrà come è diverso da quello dei miei due concorrenti». I punti focali? «Difendere e rilanciare l’ateneo in un periodo in cui tutte le università vivono difficoltà gravi, dare prospettive, obiettivi e strategie che coinvolgano tutti: all’Università di Trieste - sottolinea con enfasi Abbattista - c’è una quantità di energie impressionante, ci sono doti eccezionali in tutti i campi, e giovani che abbiamo cresciuto che sarebbero pronti alla cattedra: serve un ente che faccia da propulsore, migliorare ancora la didattica e accrescere la capacità di attrarre forze dall’estero, e prima di tutto dall’area geografica più vicina. Nelle classifiche internazionali siamo in buona posizione, partiamo bene e possiamo migliorare». E infine le politiche di integrazione con Udine (di cui si leggerà nel programma elettorale) sono viste come un tassello di «una integrazione del sistema universitario regionale, programma da Peroni ben impostato, e al quale ho già dato una mano per organizzare certi dottorati».

Ma quel che più preoccupa il candidato è «l’impoverimento del corpo docente» che i tagli hanno imposto anche a Trieste: «Reclutamento di giovani da rilanciare». Ciò che sente fondamentale è «uno spirito di collaborazione di tutti a un disegno comune, aprire una fase nuova - dice - richiede forti energie e unità d’intenti». Abbattista insegna a Trieste dal 1996, e della sua materia dice: «Con la storia politica extraeuropea ai tempi dell’Illuminismo in pratica studio le origini della storia “globale” di adesso».

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