Università di Trieste, weekend senza biblioteca generale
Dopo la rimozione delle panche dall’atrio dell’Università il rettore Maurizio Fermeglia annuncia un’altra novità: nel giro di qualche mese chiuderà la biblioteca generale dell’edificio centrale. I portoni saranno blindati non nei giorni feriali, ma nei fine settimana. Comunque una rivoluzione: quella che tutti conoscono come “biblioteca generale” altro non è che la storica sala di lettura, aperta tutti i giorni fino a notte fonda e per questo da sempre la più affollata di Trieste. Ciò non vuol dire che il servizio - utilizzato da centinaia di universitari e cittadini - verrà definitivamente cancellato. Anzi. Di sabato e domenica verrà trasferito nelle aule studio e computer, rispettivamente al terzo e quarto piano dell’edificio H3, appena dietro l’edificio A, più comunemente noto come “di Giurisprudenza” o appunto “centrale”. E gli orari attuali verrebbero mantenuti.
Alla base della drastica decisione vi è un ragionamento economico, che permetterà all’ateneo di risparmiare quasi 300 mila euro annui, da tramutare in oltre dieci borse di dottorato all’anno. Fermeglia spiega come. «L’apertura della sala lettura generale nei fine settimana comporta grosse spese di gestione: implica di tenere aperto tutto l’edificio A. Ne conseguono costi di riscaldamento, luce, pulizia e personale. Abbiamo contato – continua il rettore – che per ogni sabato e ogni domenica di apertura della “generale” l’ateneo spende in media 3000 euro. Calcolando che in un anno ci sono in media un centinaio di sabati e domeniche, l’Università può risparmiare quasi 300 mila euro (288 se i giorni di chiusura sono 96)».
Trasferendo invece il servizio nelle aule dell’H3, l’ateneo spenderebbe meno, pur continuando a garantire stessi orari e stessi giorni di apertura: qui l’edificio è più nuovo, ben isolato, e soprattutto dotato di un sistema di riscaldamento che funziona anche “a scaglioni”, solo sui piani che necessitano al momento e non in maniera “centralizzata” come nella biblioteca generale. Con 3000 euro al giorno, s’intende dunque il risparmio effettivo, già privato dei costi di gestione per l’apertura dell’H3.
«Così facendo – ribadisce Fermeglia – potremmo ricavare i fondi per oltre dieci borse di dottorato all’anno: una sola costa in media meno di 20 mila euro annui». Restano dei nodi aperti. Bisognerà capire se la capienza complessiva dell’H3 può essere paragonata all’immensa biblioteca generale. Sul punto il rettore è ottimista, ma calcoli dettagliati devono ancora essere fatti. Se è vero che l'H3 è dotato anche di computer per navigare in rete, a occhio pare opportuno ritenere che lì i posti siano meno di quanti ne offra la biblioteca generale.
Ma almeno in questa prospettiva comincia a sembrare più digeribile la decisione - parecchio contestata - di togliere le panche dall’atrio della centrale: magra consolazione, ma gli utenti della vecchia “generale” non dovrebbero rimanere a lungo senza la possibilità di sedersi durante le pause. E visto che sulla scelta il rettore non mostra segni di cedimento, resta solo da attendere. Il “Piano strategico d’ateneo” dovrebbe diventare operativo a gennaio, se non addirittura prima.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo