Università di Trieste, sparitarite le panche dall’atrio: «Un fatto di decoro»
Via le panche dall’atrio dell’Università: «Una questione di decoro». Il rettore Maurizio Fermeglia argomenta così la decisione di levare le panche di legno dall’atrio dell’edificio centrale, da sempre luogo d'incontro per gli studenti: «Quello è un atrio e non una sala d’attesa - afferma il rettore -. Così com’era dava una sensazione di bivacco e invece adesso è molto più decoroso. Per gli studenti stiamo trovando altri spazi di studio e socializzazione».
Ma la sorpresa al ritorno delle vacanze ha lasciato gli studenti con gli occhi sgranati. «Proprio non riusciamo a capire perché le abbiano tolte – s’interroga il rappresentante degli studenti Ruggero Buciol -. Senza panche l’atrio è forse più ordinato?». Al piano terra dell’edificio centrale l'atrio ha da sempre rappresentato il biglietto da visita dell’ateneo senza d’altronde farsi riconoscere come teatro di atti indecorosi. Lo hanno frequentato generazioni e generazioni di universitari che su quelle panche si sono fermati a parlare, tra una lezione e l’altra o uscendo per una pausa dalla biblioteca generale. Perfino il regista Gabriele Salvatores ne è rimasto affascinato, tanto da sceglierlo come location per le riprese del suo nuovo film.
Ma il trasferimento delle panche nulla ha a che fare con esigenze cinematografiche. «Così come ci è stato chiesto dagli studenti – riprende il rettore – siamo alle prese con una riorganizzazione degli spazi universitari. L’atrio diventerà luogo di esposizione, fornito di totem per le comunicazioni legate non solo all’ateneo ma anche all’intera città».
Parla di “Piano strategico d’ateneo” Giovanni Fraziano, già preside di Architettura e da poco delegato per l’edilizia universitaria. «L’eliminazione delle panche è solo il punto di inizio di un progetto complessivo – afferma - teso per la prima volta a riqualificare tutti gli spazi dell’Università nel loro insieme, non come è stato fatto finora solo a compartimenti stagni. Invece che vedere bivaccare gli studenti su panche e panchine (che peraltro sono state spostate nei corridoi adiacenti), daremo loro spazi adeguati, affinché possano studiare e mangiarsi un panino in santa pace. Ho chiesto ai direttori di ogni dipartimento di individuare delle sale proprio a questo scopo».
Il piano strategico, come si diceva, contempla una riqualificazione complessiva degli spazi. Per quanto riguarda il campus centrale Fraziano cita l’area verde affacciata al castelletto, dietro l’edificio H3, attualmente inaccessibile per l’erba alta. E ancora, ci sono le strade di collegamento all'interno del campus «piene di buche» e i cassonetti dei rifiuti «in mezzo alla strada da ordinare in una piazzetta ecologica».
«Sto andando a vedere sia lo stato in cui versano tutti gli edifici dell’Università, anche fuori da piazzale Europa – continua il delegato -, sia a che punto sono eventuali lavori in corso e come inserirli nel progetto di riqualificazione complessivo. Una volta fatta la radiografia edificio per edificio, stabiliremo gli interventi necessari in rapporto alle risorse disponibili».
Buone notizie infine per i bagni al piano terra della centrale: seppur in ritardo, i lavori sono finiti e dall’ateneo assicurano che i servizi saranno agibili nel giro di qualche giorno.
Elena Placitelli
Riproduzione riservata © Il Piccolo