Università di Trieste, la squadra di Fermeglia
Una squadra di peso, con la novità dei “triumvirati” per irrompere sulla scena con più forza, un preciso mandato dal ministro incontrato nei giorni scorsi, e soprattutto una firma del ministro stesso che rende effettivo l’incarico di rettore dell’Università di Trieste a partire da giovedì 1.o agosto dopo le elezioni vinte a maggio. Per Maurizio Fermeglia, l’ingegnere chimico che succede a Francesco Peroni, ma anche all’interregno del suo vice Sergio Paoletti, comincia un’avventura che per la prima volta dopo la riforma sarà lunga ben 6 anni alla guida dell’ateneo. E a un paio di giorni dall’insediamento, che il nuovo rettore aveva chiesto di posticipare di un mese, la squadra di governo è pronta, salvo qualche nome da confermare (c’è chi fa vacanza, Fermeglia no).
«Ho incontrato il ministro Maria Chiara Carrozza nei giorni scorsi assieme al nuovo collega di Udine Alberto De Toni - racconta il rettore -, e sono molto contento, ci ha quasi indicati a esempio per la collaborazione instaurata tra le università di Trieste e Udine e con la Sissa, ci ha raccomandato di lavorare molto assieme, e di essere molto vicini alle esigenze del territorio, di interagire con enti scientifici e culturali, di contribuire allo sviluppo produttivo e industriale».
E questi erano anche i programmi “elettorali”, che adesso si traducono in poco meno di una quindicina di docenti-delegati cui affidare specifici compiti. «Ho introdotto delle novità - annuncia Fermeglia -, nel campo della ricerca su cui molto voglio puntare ho nominato per la prima volta un triumvirato (di classica memoria), rispecchiando i tre settori su cui già si muove la ricerca europea, ma non ancora quella italiana: Scienze della vita e cliniche, Scienze fisiche e ingegneristiche, Scienze sociali e umanistiche». I tre, che lavoreranno in stretta relazione con il rettore, sono Michele Pipan, docente di Geofisica applicata al dipartimento di Matematica e geoscienze, Gianfranco Sinagra, direttore del dipartimento Cardiovascolare dell’Azienda ospedaliera, docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare al dipartimento universitario di Clinica e scienze mediche e chirurgiche, e Giacomo Todeschini, docente di Storia medioevale al dipartimento di Studi umanistici con molte esperienze di docenza all’estero (Parigi, Oxford, Princeton, Pechino).
Un’altra innovazione: tre delegati per i “rapporti col territorio”, in primo luogo rapporti culturali con città, regione e oltre (arti, cinema, teatro, cittadini italiani di Slovenia e Croazia), posto assegnato a Cristina Benussi, già preside di Lettere e filosofia, docente di Letteratura italiana contemporanea; secondo incarico a Giorgio Sulligoi, docente a Ingegneria e fra l’altro nel cda di Ezit, per i rapporti industriali e il trasferimento tecnologico, «mentre i rapporti “politici” con gli enti e il ministero li terrò io personalmente» annuncia Fermeglia. Alla squadra si aggiunge Giovanni Fraziano, già preside di Architettura, delegato all’edilizia universitaria. E, soprattutto, la massima carica, quella di prorettore, affidata a un altro “big”, Renato Gennaro, docente di Biochimica ai Dipartimenti di Scienze della vita e Scienze mediche. Mancano un paio di caselle: delegato all’internazionalizzazione e delegato alla didattica.
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