Una playmaker ridà vita allo storico locale "Risorta”

L’ex cestista Francesca Castagna, 21 anni, sta per riaprire il noto ristorante di Muggia. «Sarà per tutti e con prezzi bassi»
Lasorte Trieste - Trattoria Risorta - Muggia
Lasorte Trieste - Trattoria Risorta - Muggia

La “Risorta” riaprirà a breve. Il ristorante muggesano che per anni aveva collezionato il titolo di miglior locale della provincia rialzerà le serrande dopo l’inaspettato forfait di Stefano Blasotti, che proprio un anno fa, il 15 aprile, aveva messo la parola fine alla storica esperienza ristorativa, iniziata dal suocero Dante Bertoldini.

«Al momento terremo le serrande abbassate per almeno tre mesi - aveva detto all’epoca lo chef - poi si vedrà. Devo affrontare a breve un nuovo intervento alla spalla e non posso fare alcun tipo di previsione sui tempi di recupero».

In questi 12 mesi, però, Blasotti è diventato un apprezzato consulente nel settore agroalimentare e l’ipotesi della riapertura si è fattta via via più peregrina.

E ci è voluta tutta l’incoscienza giovanile di Francesca Castagna, 21 anni appena, triestina emigrata da anni a Muggia, per ridare una prospettiva al posto. Troppo giovane? Forse. Di sicuro grintosa come poche. Un aplomb che le deriva probabilmente dai lunghi anni passati a giocare a basket da playmaker, all’Interclub in serie A2 e poi all’Oma in B, prima di scoprire la ristorazione.

«Devo dire la verità, non avevo mai pensato di dare questa direzione alla mia vita, non era di sicuro il mio sogno. Ma poi, quasi per caso, ho iniziato a lavorare in un locale, imparando soprattutto le cose che non bisogna mai fare. Dopo questa esperienza ho iniziato in primis ad apprezzare il contatto con la gente. Ed eccomi qua!».

Sfrondiamo subito una serie di dubbi che possono nascere. Francesca non si sogna neanche di ripartire seguendo le orme di Blasotti, anzi. «Non mi dimentico di essere nata come come pizzaiola al “Pane vino e san Daniele” in piazza Ponterosso... Questa, però, si prefigura come un’avvventura importante, e a 21 anni se passa un treno bisogna prenderlo».

La nuova tipologia sarà decisamente meno impegnativa di quella della Risorta “storica”. «Prenderò un cuoco - racconta ancora Francesca e poi mi avvarrò dell’aiuto della mia famiglia. Voglio cambiare, non sono quel tipo di persona che vuole un locale esclusivo. Lo vedo, anzi, come aperto a tutti, con un pranzo che non possa costare più di 30 euro. Voglio cose semplici, che la gente mangi bene e vada via felice. Uso la mia testa, per decidere cosa fare e intendo avvalermi dei consigli degli amici e delle persone che conosco. In menù, tra l’altro, non ci sarà solo il pesce ma anche la carne».

In un locale che sembrava quasi pronto per riaprire, visto che ha mantenuto arredi e attrezzature, decisivo è stato il contributo di “manovalanza” delle ex compagne di squadra per dare la classica “man de bianco”.«Vorrei riuscire ad aprire entro fine aprile, ma la burocrazia si prolunga, non ero preparata per affrontarla... Ce la farò, comunque». Dopo tanti anni, un nuovo canestro.

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