Un uomo alle Pari opportunità: fallisce il blitz grillino

L’esponente del M5s Frattolin propone di nominare anche un maschio all’interno della Commissione. Ma il Palazzo insorge: idea respinta

TRIESTE. Uomini? “No, grazie”. La Commissione Pari opportunità sceglie donna, sempre e comunque. Fallisce sul nascere il tentativo grillino, portato avanti da una legge di Eleonora Frattolin, di inserire nell’organismo anche un rappresentante di sesso maschile. Nel suo provvedimento la Cinque Stelle prevede di allargare “anche” a questa possibilità, candidando figure esperte di discriminazioni di genere e di orientamento sessuale. La necessità di un riequilibrio in questo senso è stata peraltro segnalata anche dai Garanti regionali. E pure dall’Arcigay: «Siamo stati noi, nel 2013, a chiedere di valutare l’ipotesi di una presenza maschile, naturalmente con competenze - ricorda il presidente Giacomo Deperu -. Perché se questa è una Commissione che si occupa di discriminazione uomo-donna, perché deve essere formata solo da donne? La discriminazione nei loro confronti ha la stessa radice dell’omofobia, quindi anche noi come Arcigay chiediamo ospitalità in questo organismo, con un nostro rappresentante».

Ma la corazzata rosa delle Pari opportunità chiude la porta, tanto agli etero quanto agli omosessuali. Buona parte delle associazioni e dei movimenti che compongono la Commissione ieri ha alzato gli scudi. «La legge 23 del 1990 è datata - riflette la presidente Annamaria Poggioli - e quindi da parte nostra non c’è alcuna pregiudiziale rispetto a una revisione. Ma se si apre agli uomini o alle diversità, allora dobbiamo tenere conto che ci sono le lesbiche e i transessuali. Inviterei piuttosto a concentrarci sui reali problemi che abbiamo ora sulla parità di genere: salari e rappresentanza nelle istituzioni, innanzitutto, o i tempi di conciliazione lavoro-famiglia. Quindi - conclude Poggioli - se si mette anche un uomo in Commissione si depotenziano gli obiettivi».

Tutti gli otto articoli del provvedimento hanno registrato il solo voto favorevole di Frattolin, l'astensione di Pd, Sel e Fi; nessun contrario. La proposta di legge andrà quindi in aula con questo esito mercoledì 18 marzo, con la Cinque Stelle come relatrice unica. «Alla collega Frattolin – rileva Piero Paviotti dei Cittadini - ho chiesto invano di ritirare la proposta di modifica della legge, perché a fine discussione era evidente che il tema andava approfondito. Pur essendo convinti che ogni forma di discriminazione, compresa quella riferita ai diversi orientamenti sessuali, vada contrastata sempre e instancabilmente, non ci sembra che il modo migliore sia quello di “annacquare” una commissione che come obiettivo principale deve mantenere il raggiungimento della garanzia, della tutela e della valorizzazione del ruolo femminile nella società». Il capogruppo Pd Cristiano Shauli ritiene necessario «un approfondimento più ampio del problema». Una riflessione da estendere «nella società regionale, prima che nelle istituzioni», è la sottolineatura di Giulio Lauri di Sel. (g.s.)

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