Un sorso d’acqua in strada dopo la corsetta serale? Il Dpcm prevede la multa

L’ultimo decreto equipara il runner che estrae dallo zaino borraccia e barretta energetica al cliente di un bar sorpreso a violare il coprifuoco delle 18. E questa non è l’unica stranezza

TRIESTE. Nei mesi del labirinto del burocratese, tra «predetti», «laddove», «di cui», e degli occhi a palla degli studenti di fronte all’indicazione del metro di distanza da tenere «fra le rime buccali», non stupisce che anche il più recente Dpcm governativo sia zeppo di ambiguità.

Memorabile l’incipit dell’articolo 1, un serpentone di parole senza punti che chiama il cittadino a utilizzare dispositivi di protezione delle vie respiratorie (insomma, le mascherine) «con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande».

Vette altissime poi, forse le più alte, all’articolo 4, dove si raccomanda «fortemente a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». Premesso che chissà quali sono le persone non fisiche, è dunque meglio non spostarsi, raccomandatissimo, ma si può comunque andare in ufficio, dal medico, a fare la spesa e svolgere attività (quali non è dato sapere).

Comprensibile il disorientamento di chi cerca di interpretare. Esattamente come, durante il lockdown, aveva provato a capire chi fossero i congiunti, come si potesse compilare correttamente l’autocertificazione versione dopo versione, che cosa significasse, per un runner, correre «in una circonferenza di 500 metri» da casa.

Stavolta ci sono altre regole, ma le difficoltà non cambiano. Un tentativo è quello di farsi aiutare dalle istituzioni. La più vicina al cittadino sono i vigili urbani, da interrogare per esempio su come rifocillarsi mentre si sta facendo sport dopo le 18, l’ora in cui scatta il coprifuoco e, come da decreto, il conseguente divieto di consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. «Possibile idratarsi e consumare una barretta energetica?», ha domandato una runner alla Polizia municipale di Trieste sentendosi rispondere che no, non si può. Anzi, si rischia pure la sanzione.

Al momento il governo non ha ancora prodotto sull’intero Dpcm il “salvagente” delle Faq, le spiegazioni domanda-risposta che hanno spesso risolto rebus complicatissimi. Le Faq sono invece spuntate nel sito del ministero dello Sport. A chiarire tra l’altro la differenza tra attività dilettantistica e ludica, a definire l’elenco delle discipline di contatto, a dare il via libera a tennis e padel, che per gli amatori potranno peraltro continuare solo in centri e circoli sportivi all’aperto.

Gli appassionati della racchetta hanno sperato di poter giocare nel classico “pallone” di ampie dimensioni, pure in altezza, e che garantisce il ricambio dell’aria con ventilazione forzata. E invece no. La Federtennis ha voluto chiarezza da Roma e ricevuto l’altolà: «Il pallone tensostatico o campi con coperture pressostatiche sono da equipararsi a un locale al chiuso».

Attenzione però: la precisazione vale per i non tesserati, perché i tesserati «abilitati a partecipare alle competizioni di interesse nazionale» potranno allenarsi anche al coperto. Dribblando, misteriosamente, il virus. —


 

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