Trovate in cantina le fiale per i soldati
«Questa è una grande memoria». L’entusiasmo di Mirella Terraneo per tutto ciò che riguarda la storia di Castelnuovo è contagioso e la “Villa dei Graffiti” non finisce mai di stupirla e di stupire. La Barchessa del “Parco Ungaretti” regala nuovi reperti della Prima guerra mondiale.
A ottobre, nel corso dei lavori di recupero e restauro di una delle ali dell’edificio, il crollo accidentale di una parte della scala ha permesso di scoprire un’intercapedine e da qui l’accesso a quelle che una volta erano le cantine. È da quell’ambiente, completamente saturo di terra, che nel centesimo anniversario dallo scoppio della Grande guerra sono emerse nuove testimonianze della vita dei soldati italiani.
Nel corso del conflitto, la villa, al riparo della quota 143, divenne punto di smistamento ricovero ed ammassamento delle truppe e ospitò pure un posto di medicazione. E proprio di tipo medico sono i reperti ritrovati a Sagrado. Si tratta di decine e decine di fiale in vetro soffiato contenenti dei liquidi e delle polveri. Mirella Terraneo le custodisce gelosamente in una teca, ma a raccoglierle è stato il fidato Roberto Zorzi. Con la cura di un moderno archeologo, si è infilato nel cunicolo per capire cosa ci fosse lì sotto e con pazienza certosina ha cominciato l’opera di recupero.
«Il terreno non era compatto, si riusciva a scavare con le mani e abbiamo recuperato le fialette. Inevitabilmente, qualcuna si è rotta, ma la maggior parte siamo riusciti a recuperarle», spiega Zorzi. Alcuni campioni sono stati inviati all’Università medica di Milano dove il professor Francesco Scaglione ha eseguito le analisi.
Mentre per le polveri si attendono ancora i risultati, per quanto riguarda i liquidi è emerso che una fialetta conteneva un narcotico (probabilmente dato ai soldati in trincea per alleviare il dolore ai feriti), l’altra ipoclorito di sodio (verosimilmente utilizzato per pulire e disinfettare le ferite).
Nella teca i contenitori sono divisi per tipo. Dall’alto verso il basso ci sono le fialette bianche, quelle marroni e quelle con la polvere “misteriosa” ancora da analizzare. Poi ci sono le pastiglie per la mineralizzazione dell’acqua e gli altri reperti rinvenuti nella cantina di Castelnuovo: statuette, bicchieri e una boccetta di profumo in vetro di color verde smeraldo.
«Da un certo punto di vista questa scoperta è importante anche perché alla villa mancava un tassello: le cucine – osserva Mirella Terraneo -. Per quanto ne sapevamo fino ad oggi, non esisteva uno spazio di servizio e la cosa era curiosa.
«Ora conosciamo il motivo di questa assenza. Riteniamo inoltre che ci sia un tunnel sotterraneo che passa sotto il giardino e termina sotto il terrazzo belvedere dove una volta c’era la limonaia. Serviva per il passaggio della servitù che non doveva mai farsi vedere dai signori. Anche questo però è interrato. Appena sarà possibile eseguiremo una campagna di scavo. Di certo le sorprese non mancheranno neppure lì».
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