Trovata morta a Trieste, il dettaglio dei due sacchi neri: il cadavere era infilato dentro. Si rafforza l’ipotesi omicidio
Il gesto estremo appare sempre più difficile
da contemplare. Intanto gli inquirenti stanno passando al setaccio gli spostamenti e le parole di molte persone
TRIESTE. I due sacchi neri delle immondizie non erano affatto appoggiati sopra il cadavere, come per coprirlo o per avvolgerlo. Il cadavere era invece infilato proprio dentro ai sacchi, uno dai piedi e uno dalla testa. Sacchi che sembravano quasi nuovi, avevano ancora la piega, rivela una fonte investigativa.
Si rafforza così l’ipotesi che qualcuno possa effettivamente aver ucciso la donna trovata morta mercoledì pomeriggio all’interno dell’area boschiva dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni, a una ventina di metri dal viale principale che attraversa il parco. Uccisa e poi, forse, nascosta e spostata in un momento successivo nella boscaglia. Il dettaglio dei «sacchi nuovi» lascia intendere questo.
Con molta probabilità quel corpo è di Liliana Resinovich, la sessantatreenne triestina scomparsa dallo scorso 14 dicembre, anche se l’identità sarà ufficializzata dopo l’autopsia di lunedì. Il pm Maddalena Chergia ieri ha affidato l’incarico ai medici legali Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli.
La Procura, attraverso un comunicato stampa diramato ieri mattina e firmato dal procuratore Antonio De Nicolo, ha precisato che prima dell’accertamento autoptico verrà eseguita una Tac integrale sul corpo della donna. A una prima ispezione sul posto, il cadavere non presentava segni evidenti di violenza; ma la Tac permetterà di rintracciare eventuali emorragie o traumi interni subiti dalla vittima, comprese le fratture e le micro fratture. Come quelle mandibolari o craniche, ad esempio, se la donna è stata picchiata. L’autopsia, invece, consentirà di stabilire la causa precisa della morte e di circoscriverla in un arco temporale ben definito.
Un aspetto, questo, decisivo. Anche perché il sospetto è che il cadavere si trovasse in quel punto del bosco da meno di tre settimane (il periodo della sparizione). Come dire: Liliana potrebbe anche essere abbandonata tra i rovi, infilata in quei due sacchi neri delle immondizie, ben dopo il giorno della scomparsa (14 dicembre). E anche dopo l’omicidio. La donna è stata quindi tenuta prima nascosta da qualche parte?
I sacchi, come detto, erano tutt’altro che usurati dalle intemperie. Il cadavere era in posizione fetale, come rannicchiato. Dagli involucri si intravedevano il fianco e il fondoschiena. La vittima era vestita, indossava jeans e un giubbotto corto.
Ciò che si sa, inoltre, è che la testa della donna era avvolta da due sacchetti trasparenti; circostanza che fa supporre una morte da soffocamento. Sarà l’autopsia a stabilirlo. E solo allora si potrà ipotizzare un omicidio o un suicidio. Una possibilità, quella del gesto estremo, che appare sempre più difficile da comprendere ora che è stato chiarito che la vittima era infilata nei sacchi neri.
In questi giorni, intanto, la Procura di Trieste ha iscritto il caso nel registro in cui vengono riportate le notizie di reato contro ignoti (tecnicamente il modello 44). È evidente, quindi, che ora gli inquirenti stanno seguendo la pista dei possibili reati attinenti al ritrovamento di un cadavere: quello dell’omicidio, ad esempio, o del sequestro di persona. O, ancora, “la morte come conseguenza di altro delitto”. Insomma, l’omicidio in tutte le sue possibili sfaccettature.
Un “semplice” suicidio, infatti, sarebbe stato iscritto come fatto non costituente reato (un’iscrizione attraverso modello 45).
Al momento non risultano indagati. Ma gli investigatori, passo dopo passo, stanno acquisendo tabulati telefonici e deposizioni. Stanno passando al setaccio spostamenti, testimonianze e immagini video di tutti i “protagonisti” principali della drammatica vicenda: dal marito, il settantaduenne Sebastiano Visintin, all’amico di 82 anni con cui Lilly aveva una relazione. E con cui, stando a quanto ha riferito l’anziano, la donna era pronta a trascorrere un fine settimana insieme: quello del 18 e 19 dicembre. Quattro giorni prima la donna è scomparsa. Tre settimane dopo è stato trovato un cadavere nel parco di San Giovanni. Un parco che, come ha rivelato agli investigatori un amico della coppia, i due conoscevano bene e in cui erano soliti recarsi nei loro giri in bicicletta. —
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