«Troppa gente senza mascherina». A Trieste scatta la stretta sulla movida selvaggia
TRIESTE È iniziato il conto alla rovescia per i tanti “fuori legge” che continuano a non indossare la mascherina dalle 18 alle 6. Da oggi infatti le forze dell'ordine torneranno alla carica, con sanzioni assicurate a chi non si coprirà naso e bocca nei luoghi all’aperto in cui si possono creare “potenziali assembramenti”, anche di “natura spontanea e/o occasionale”, nell’orario stabilito dall’ordinanza ministeriale del 16 agosto scorso, in vigore fino al 7 ottobre come stabilito dall’ultimo dpcm del 7 settembre. Le cifre a cui si va incontro restano esose: dai 400 ai mille euro, con la fortuna che solitamente, a meno di recidive, viene applicato l'importo più basso che, se saldato entro 5 giorni, subisce una riduzione del 30% (280 euro).
Ad annunciare la stretta sulla movida è il prefetto di Trieste Valerio Valenti che, dopo alcune settimane di tolleranza, dice basta: «L’ora della moral suasion è terminata – avverte -. Da oggi si cambia completamente regime. Purtroppo ci siamo resi conto che non passa il messaggio per cui sicurezza significa partecipare per sé e per gli altri. Sono rammaricato da questo atteggiamento: non sono evidentemente serviti gli sforzi fatti finora per indurre a correggersi e a rendersi conto che l’andamento dei contagi non è ottimale». Se inizialmente si era riscontrato un rigoroso rispetto del provvedimento emanato a metà agosto dal ministro Speranza, con il passare delle settimane si è notato invece che il pubblico è tornato a infrangere le regole. Questo, nonostante nel frattempo i contagi siano tornati a crescere, in Friuli Venezia Giulia così come nel resto d’Italia e del mondo.
In realtà qualche servizio in più da parte delle forze dell’ordine, ha spiegato il prefetto, è stato messo in campo già venerdì e sabato scorsi, ma senza il rigore preventivato da stasera. Il motivo, spiega il commissario di governo, è che «nei giorni scorsi molti uomini sono stati impegnati per le elezioni. A referendum concluso, però, – si cambia completamente registro».
I luoghi in cui si possono creare potenziali assembramenti sono piazze, slarghi, vie, lungomari e le zone antistanti i pubblici esercizi. Anche chi staziona in piedi o passeggia in queste aree deve munirsi di mascherine o quant’altro. Soprattutto nei weekend, durante la movida, quando in tali spazi confluisce un numero maggiore di persone, tra cui rientrano anche i giovani che prima andavano in discoteca. Infatti, con la chiusura di discoteche e locali da ballo, sempre prevista dall’ordinanza Speranza, sono tornati a sostare nelle zone del centro parecchi adolescenti. Tra quelle più frequentate c'è piazza Venezia. Qui diversi ragazzini tra i 12 e i 15 anni hanno trovato il loro punto di ritrovo.
Già lo scorso weekend erano stati immortalati tutti senza mascherina. I diversi gruppetti non ce l’avevano nemmeno a portata di mano: sotto il mento o infilata nel braccio. Non hanno fatto di meglio gli altri habitué in altre vie della movida. Anche venerdì sera scorso in piazza Barbacan, in via Torino e in piazza Unità - eccetto le persone sedute ai tavolini, dove non è necessario avere mascherina o altro – si è ripetuta la stessa scena. Davvero pochi di fatto sono coloro che proteggono in queste occasione le vie respiratorie o per lo meno mostrano di avere con sé la mascherina. Il pubblico resta ligio alle regole invece quando entra negli spazi chiusi, dove sono gli stessi esercenti o gestori a redarguire nel caso non si rispettino le norme. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo