Trieste vende all'asta un pezzo di Napoli
TRIESTE A Trieste va all’asta sabato 22 ottobre un pezzo Napoli. Un microcosmo partenopeo. Arredi e dipinti di una casa napoletana di via Toledo finiranno all’incanto a 870 chilometri di distanza. Un caso unico e raro per il mondo delle aste e delle arte. La data da segnalare è dunque sabato, ore 15, seconda tornata. Alla casa d'aste Stadion è stata affidata la vendita degli arredi di un noto medico napoletano con abitazione nella rinomata Via Toledo di Napoli. «Parto, non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo», scrisse Stendhal.
Dall’abitazione di via Toledo è emerso un vero tesoro di arredi, avori, porcellane, orologi ed una vasta quadreria di circa 120 opere di artisti napoletani operanti negli anni ’50. «Paesaggi, scorci di Napoli, scene di mercati, feste all'aperto, pescatori all'opera, figure femminili, Pulcinelle. I colori riempiono le tele e l'allegria partenopea traspare in ogni dipinto. Sicuramente un'occasione difficile da ripetersi a Trieste per ammirare ed acquistare a prezzi contenuti la pittura napoletana», racconta Furio Princivalli, direttore della Caza d’asta Stadion.
Ma la vera sorpresa è stata quella di ritrovare quattro cartelle contenenti ciascuna 19 acquerelli di Raffaele Barscigliè, lo “scenografo ufficiale” di Eduardo De Filippo. «È una vera sorpresa la cartella legata al grande drammaturgo napoletano. Gli acquerelli sono delicatissimi e tutti firmati - aggiunge Princivalli -. Barscigliè è stato un uomo di grande cultura: oltre che scenografo, fu fecondo pittore, un artista geniale e testimone del suo tempo, fu vero rappresentante di arte napoletana e popolaresca». Raffaele Barscigliè ha vissuto e descritto in alcuni pastelli anche l’esperienza dei lager nazisti. Ci sono diversi lavori eseguiti a Wietzendorf, Marcht-Pongan, Mauthausen. In pittura, la sua è stata un’arte tipicamente napoletana e popolaresca, che traeva dall’ambiente spunto e significati maggiori: vita quotidiana in certe strade della vecchia Napoli, tra tabernacoli con cristi piagati e processioni, tra friggitorie e teatrini di Pulcinella. Ci sono anche diverse chiesette affrescate da Barscigliè a Cefalonia dove era finito durante la guerra come capitano di artiglieria. E poi il sodalizio artistico con il grande Eduardo.
La tornata di sabato mattina della Stadion presenta mobili dell'800, gioielli, porcellane, uno splendido servizio di Herend, icone, argenti e una serie di 5 lampadari in vetro di Murano eseguiti da Barovier & Toso. La Barovier & Toso esiste dalla metà del XIII secolo ed è per questo la sesta impresa familiare più antica del mondo tuttora in attività. Nel 1926 Ercole Barovier, figlio di Benvenuto, assume la direzione artistica dell'azienda, che nel 1942, si fonde con le vetrerie F.lli Toso, assumendo il nome attuale di Barovier & Toso. Ercole inventò la nuova tecnica della colorazione a caldo senza fusione del vetro. Ancora oggi (10-13 e 15.30-19.30) e domani (10-13) è possibile visitare l’esposizione allestita negli spazi della casa d’aste in Riva Tommaso Gulli 10/a.
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