Trieste, una scala piena di polemiche per Cecchelin
“Scala Angelo Cecchelin. Artista, 1894-1964”. Tra via del Teatro romano e via di Donota. Prima doveva essere un ponte (che poi si è rilevato “curto”), poi una via (quella degli Artisti), alla fine una scaletta dietro un supermercato (oppure, dipende dai punti di vista, a lato di un teatro romano). “La vita xe tuto un bidon”, cantava Angelo Cecchelin. Anche dopo la morte. Il comico triestino, condannato nel dopoguerra per una vicenda legata alle foibe, torna a far parlare di sé. Giovedì scorso è stato al centro della Conferenza dei capigruppo comunali. In discussione la proposta della giunta, portata dalla vicesindaca Fabiana Martini (ma fortemente voluta dal sindaco Roberto Cosolini), «di intitolare alla memoria di Angelo Cecchelin, in quanto artista triestino riconosciuto a livello nazionale come figura di rilievo per quanto riguarda il teatro comico, satirico, dialettale e visto il seguito che lo stesso ha sempre avuto da parte del pubblico triestino», l’area di circolazione posta tra via del Teatro romano e via di Donota con l’apposizione di due targhe viarie. Una scorciatoia, regno dei gatti del Teatro romano, usato per tagliare fuori largo Riborgo e sbucare direttamente in via degli Artisti dove stava il Filodrammatico, il teatro regno di Cecchelin destinato ad ospitare degli appartamenti.
Una scelta ”minima” che non mancherà lo stesso di sollevare un polverone di polemiche come successe nel 2013 per l’intitolazione del nuovo ponte di Ponterosso poi rifilato al “solito irlandese” (anche se nessuno lo chiama Passaggio Joyce preferendo il nomignolo di Ponte Curto). La proposta della giunta è approdata alla capigruppo con il parere negativo all’unanimità della Commissione Toponomastica (seduta del 29 novembre 2013) presieduta tra l’altro proprio dalla vicesindaca Martini e con quello favorevole all’unanimità della Deputazione di storia patria per la Venezia Giulia (Consiglio direttivo del 4 dicembre). Alla fine il parere della Conferenza dei capigruppo, che è solo consultivo, non è arrivato. E stato deciso un rinvio, su richiesta di Un’Altra Trieste, in attesa di acquisire i pareri della Toponomastica e della Deputazione di storia patria.
«Noi la riteniamo un’intitolazione inopportuna. Ma al di là di questo contestiamo il modo in cui è arrivata la proposto sottoforma di delibera preconfezionata con addirittura la formula in bianco di «sentita la capigruppo in data...». La dimostrazione che non contiamo nulla», attacca Franco Bandelli, capigruppo di Un’Altra Trieste. «E una mia proposta. Ho sostenuto e sostengo pubblicamente che un luogo della città debba essere dedicato a Cecchelin», si espone il sindaco Cosolini. «Abbiamo scelto una via senza grosso impatto visto che non ci sono abitazioni né attività commerciali. Inoltre si interfaccia con via degli Artisti, un passaggio simbolico che porta al Filodrammatico. Una scelta condivisa con i figli» È un’intitolazione che parte da lontano. «Trieste avrà in autunno una via dedicata a Cecchelin», aveva affermato il primo cittadino a fine luglio davanti al pubblico accorso in piazza Verdi per assistere allo spettacolo “Trieste, una storia, una musica”, l’evento di “Trieste Estate 2015” dedicato appunto a Cecchelin con Alessio Colautti e l’orchestra diretta dal maestro Livio Cecchelin. Annuncio poi ribadito con un tweet. Le foglie sono cadute e l’autunno è passato. Ma ora, arrivato l’inverno, ci siamo. Il primo impegno risale al maggio 2013. Il sindaco, dopo un giro in auto per il Carso, prese la storica decisione: «Un paio di domeniche fa ho ascoltato tutti i cd di Angelo Cecchelin e mi confermo nell’idea che Trieste debba ricordare un vero artista e quindi, anche se per il ponte si fa una scelta diversa, questo è un impegno da assumere». Un primo gradino prima di arrivare due anni e mezzo dopo alla scala. Alla “linguazza” è intitolato, per merito della Provincia, solo il foyer del Teatrino Basaglia all’ex Opp di San Giovanni.
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