Trieste, una biblioteca “vivente” nell’ex Pescheria
TRIESTE La Biblioteca civica a Santa Maria del Guato non è più solo un’idea lanciata a gennaio dall’assessore alla Cultura Paolo Tassinari. La moltiplicazione dei libri al posto dei pesci è un miracolo che si potrebbe realizzare al Salone degli Incanti (ex Pescheria). Trieste potrebbe avere una delle poche biblioteche con vista sul mare.
Lo studio di fattibilità da quasi 50mila euro (48.721,92 per la precisione, da pagare però nel 2016) è stato affidato a metà ottobre al raggruppamento temporaneo di professionisti formato da Map Studio (Magnani e Pelzel architetti associati), capofila con sede a Venezia, Antonella Agnoli (biblioteconoma) e Mhk Consulting (ingegneristica).
Si tratta degli stessi, con l’esclusione della Agnoli, che a Trieste nel 2014 hanno realizzato l’allestimento museale della Centrale idrodinamica e Sottostazione elettrica in Porto Vecchio assieme allo studio triestino Tassinari/Vetta (un progetto dell’Autorità portuale da mezzo milione di euro che resta tutt’ora inaccessibile al pubblico). Paolo Tassinari, all’epoca del lavoro in Porto Vecchio, non era ancora assessore alla Cultura.
Map Studio (Francesco Magnani e Trudy Pelzel), che vanta anche il recupero della Torre di Porta Nuova all’Arsenale di Venezia (progetto da oltre 4 milioni di euro vincitore del premio Piranesi), è stato scelto tra cinque studi professionisti: tre triestini (Waltritsch a+u, Zelco e Lazzari, Foti e Pagliaro) e un altro veneziano (Ceschia & Mentil).
«La scelta è stata fatta dagli uffici comunali. Il procedimento è attivato dai Lavori pubblici. Con Map Studio e Mhk mi è capitato di lavorare in Porto Vecchio» spiega, senza imbarazzo, Tassinari. Lo studio di fattibilità, affidato a metà ottobre, dovrà essere consegnato ai primi di dicembre. Sono stati i progettisti stessi a dichiarare di poter svolgere l’incarico in 75 giorni.
«A tutti era stato chiesto di costituire un gruppo di lavoro che comprendesse, oltre all’architetto, un ingegnere esperto di impiantistica e soprattutto un biblioteconomo. Tutti devono produrre uno studio di fattibilità, ovvero uno scenario che comprenda tutti gli aspetti» spiega Tassinari. Nel rispetto ovviamente del vincolo architettonico a cui è soggetto l’edificio eclettico sulle Rive (una specie di basilica sul mare) firmato dall’architetto Giorgio Polli ai primi del Novecento.
«Il nome più adatto per la struttura che vogliamo realizzare è quello di Mediateca (l’assessore è affascinato dal modello francese, ndr). Si tratta di una struttura ad alto grado di innovazione che offre servizi bibliotecari moderni: spazi di consultazione, area wi-fi, luoghi di incontro e scambio di idee. Non le tradizionali sale studio delle biblioteche. Piuttosto uno spazio civico, una piazza coperta, com’era la Pescheria da un punto di vista commerciale. Potenzialmente uno degli spazi pubblici più rappresentativi che si affacciano sul mare». Non mancano, anche in Italia, esempi del genere (mare escluso, ovviamente): la Sala Borsa di Bologna, la Lazzerini di Prato e il Pertini di Cinisello Balsamo. Biblioteche, ma soprattutto spazi culturali multimediali vissuti quotidianamente. Biblioteche viventi.
«Siamo partiti con uno studio di fattibilità - continua Tassinari - per definire un percorso verosimile e praticabile dal punto di vista impiantistico, gestionale e finanziario in modo da evitare di trovarsi in una strada a fondo cieco come è stato per il primo intervento sull’ex Pescheria (avrebbe dovuto essere un centro espositivo per l’arte, ndr). Vogliamo arrivare a una scelta entro l’anno».
Sarà la giunta comunale, infatti, uno volta acquisito il piano di fattibilità del raggruppamento temporaneo dello Map Studio, a decidere cosa fare. Ovvero, con ogni probabilità, a inserire il progetto nel piano triennale delle opere. Difficile che, a questo punto, non si faccia nulla. Quello della Biblioteca in Pescheria è, in ogni caso, il progetto più importante (se non l’unico) dell’amministrazione comunale di Cosolini in ambito culturale dopo che, per strada, è abortito il progetto di traslocare sulle Rive (proprio al Salone degli Incanti) l’Immaginario scientifico di Grignano.
L’ex Pescheria, con i suoi 2 mila metri quadrati, non esaurirà tutta la Biblioteca civica che in parte resterà a Palazzo Biserini e forse pure nelle sede distaccata di via Madonna del Mare. L’ultima delibera, a differenza di quella di aprile, parla di un “trasferimento parziale” della Biblioteca civica negli spazi del Salone degli Incanti (ex Pescheria).
«Il lavoro progettuale è mirato alla Pescheria ma tiene però conto di Palazzo Biserini come condizione necessaria. Non è pensabile, non ne abbiamo mai parlato, lo spostamento totale della Biblioteca civica - spiega l’assessore Tassinari. Puntiamo, piuttosto, dopo la chiusura parziale e i disagi del servizio degli ultimi anni, a ridare alla città una Biblioteca civica degna di questo nome».
Ma non solo. Con l’operazione “Biblioteca in Pescheria” anche i musei letterari attuali (Petrarchesco Piccolomineo, Joyce, Svevo, in attesa di Saba) potranno conquistare nuovi spazi. «In futuro è auspicabile una sede unica per tutti, una specie di vero e proprio Museo della letteratura» butta lì Tassinari. Ma questa è un’altra storia. Forse addirittura l’inizio di un romanzo.
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