Trieste, un piano di salvataggio per i “sardoni barcolani”

Da martedì due lampare porteranno il pescato a Marano per il via libera sanitario. Le casse poi torneranno a Trieste
Sardoni in vendita
Sardoni in vendita

TRIESTE Piano di salvataggio per i sardoni del Golfo, il pesce che più sta mancando dai piatti dei triestini e nei menù dei ristoratori in questi giorni di stop del Mercato ittico dell’ex Gaslini, chiuso per sporcizia dall’Azienda sanitaria.

Trieste, il rebus del mercato in Porto vecchio
Il Mercato ittico nell'area ex Gaslini

Finora, per ovviare al fermo, le pescherie si rifornivano a Marano Lagunare, a Grado, a Venezia e dai grossisti croati. Branzini, sgombri, orate e tutta la varietà di pesce azzurro di cui abbonda l’Alto Adriatico erano dunque in qualche modo garantiti, sebbene in misura inferiore al solito. Tanto che alcuni punti vendita avevano lamentato il dimezzamento degli incassi o perdite quantificate tra il 20 e il 30% proprio a causa delle difficoltà di approvvigionamento di alcuni prodotti.

Niente “sardoni barcolani”, però, tipicamente nostrani. Come fare allora in attesa del ripristino dell’attività all’ex Gaslini? I pescatori non si sono persi troppo d’animo: a partire da martedì mattina due “lampare” porteranno tutto direttamente a Marano Lagunare. Si sono messi d’accordo con gli operatori del posto. Sarà lì, in quel mercato, che verrà sbarcato il pesce triestino.

La caccia dei ristoranti al pesce “straniero”

Ottenuto il vaglio di rito delle autorità sanitarie, le casse saranno caricate nelle celle frigo dei furgoni, pronte per il trasporto nel capoluogo. Un dribbling logistico, certamente più dispendioso, ma strategico per soddisfare la città. La soluzione, stando agli addetti ai lavori, dovrebbe garantire la merce a buona parte dei punti vendita triestini. Il rifornimento avverrà ogni giorno entro le nove del mattino, non più tardi.

Anche se la quantità effettivamente disponibile dipenderà, naturalmente, dal pescato. È a tutti gli effetti un “piano bis” messo in piedi, sia pur con qualche difficoltà. Anche perché, come si racconta nell’ambiente, nelle ultime ore è naufragata la possibilità di sbarcare il pesce a Trieste in una zona provvisoria. Non sarebbe arrivata l’autorizzazione dell’Azienda sanitaria. Nemmeno il Comune sarebbe stato al corrente di questa eventualità.

Trieste senza più "sardoni", pescherie e ristoranti nel caos
Pescatori e pescivendoli protestano per la chiusura del Mercato ittico

I “sardoni barcolani” approderanno a Marano, dunque, prima di passare sui nostri piatti, insieme a sardelle, suri e sgombri. A Trieste non mancherà nulla fino alla riapertura del Mercato ittico di Scalo Legnami, struttura che dovrebbe essere pronta per riprendere la normale attività tra giovedì e venerdì prossimo.

Salvo intoppi, che comunque l’assessore comunale al Commercio Lorenzo Giorgi aveva escluso nel faccia a faccia dell’altro ieri con un gruppo di operatori del settore. C’è più ottimismo insomma, dopo giorni di tensione nel comparto.

Lo stesso Roberto Dipiazza, ieri, si è recato nuovamente al mercato per un sopralluogo. «Questa mattina (ieri, ndr) sono andato a controllare come stanno procedendo i lavori al Mercato ittico. Squadre da venti persone stanno facendo un ottimo lavoro e anche domani che è domenica (oggi, ndr) continueranno gli interventi necessari per riaprire in tempi record la struttura».

«Grazie alla determinazione e a queste persone che stanno veramente lavorando bene e duramente - ha aggiunto il sindaco - riusciremo a fare in pochi giorni quello che non è stato fatto per anni». La critica, anche stavolta, è rivolta alla precedente amministrazione comunale.

«Cerchiamo di mettere a posto tutto - ha rilevato ancora il primo cittadino - anche perché abbiamo migliaia di famiglie che in questo momento non stanno lavorando. Poi c’è il problema che questo è un mercato comunitario che serve anche la Slovenia e la Croazia, per cui diamoci da fare».

La prossima settimana, inoltre, il Comune inizierà ad affrontare l’iter per il trasferimento dell’attività dall’ex Gaslini al Porto Vecchio, in Molo Zero. «C’è comunione d’intenti», aveva dichiarato il Commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino. Un trasloco che dovrebbe realizzarsi, stando alle stime di Dipiazza, nel giro di poco più di un anno.

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