Trieste, Slavica può partire per l’ultimo viaggio

TRIESTE Alla fine ha vinto il buon senso: Slavica Kostic finalmente avrà una sepoltura. È arrivato il certificato di morte. Così mercoledì prossimo le spoglie della badante serba di 38 anni - uccisa dall’ex marito Dragoslav Kostic, di 61 anni - potranno essere trasferite nel suo Paese d’origine.
Finalmente quindi - dopo quasi sei mesi di angosciante attesa dei familiari e quasi otto dal suo assassinio - i resti della donna potranno essere sepolti al cimitero di Kucevo, in Serbia. Ma non è stato facile. Perché nessuno sapeva dove era morta. E nessuno si prendeva la responsabilità di scriverlo su un certificato.
La situazione di impasse si è sbloccata grazie al fatto che le autorità italiane alla fine hanno stabilito che Slavica è morta nel nostro Paese. Una decisione che era rimasta appunto in sospeso per mesi, con la conseguenza di impedire il rilascio del passaporto mortuario, essenziale per far compiere ai resti della donna l’ultimo viaggio in patria prima della sepoltura.
Martedì è arrivato così il documento ufficiale che fino a pochi giorni fa - per un’incredibile e lunghissima storia di diritti calpestati e di burocrazia miope - era stato bloccato sia dalle autorità slovene ma anche da quelle italiane. E che senza il quale appunto non era - burocraticamente parlando - stato possibile emettere il passaporto mortuario per l’ultimo viaggio di Slavica.
Tutto, come detto, era iniziato a giugno: le spoglie della donna - soffocata con un filo elettrico dall’ex marito e poi abbandonata priva di vita in una discarica in Slovenia a pochi chilometri dal confine - da allora sono rimaste all’obitorio di via Costalunga, dove erano state composte durante le indagini al termine delle quali - il 2 settembre - il pm Matteo Tripani, il magistrato titolare del fascicolo, aveva concesso il nulla osta per la sepoltura.
Ma quel documento del pm non era stato sufficiente a poter portare il corpo nel cimitero serbo. La questione era, come detto, che andava specificato dove fosse effettivamente morta. Per questo alla fine si è deciso - ufficialmente e “a tavolino” - che Slavica è morta a Trieste tra le 23.45 del 24 aprile e le 3 del giorno seguente.
In effetti Dragoslav Kostic, l’uomo ritenuto l’assassino, aveva dichiarato: «Ho preso un filo elettrico dal magazzino e sono rientrato subito. Le ho avvolto il filo elettrico attorno al collo. L’altro capo l’avevo collegato a una presa. Lei è svenuta quasi subito».
Aveva aggiunto: «Sono andato verso la zona di Monrupino che conosco bene. Ho scaricato il corpo di Slavica in una discarica di materiale edile che si trova in Slovenia, subito dopo il confine». Ma non aveva mai spiegato agli inquirenti dove Slavica era morta.
Il dubbio - durato sei mesi di braccio di ferro tra i familiari con l’avvocato Paola Valle e le autorità slovene e italiane - è stato innescato dal fatto che i resti della donna erano stati trovati in Slovenia a pochi chilometri dal confine. Per questo motivo fino a pochi giorni fa nessuno, per sei mesi appunto, si era assunto la responsabilità di redigere quel certificato.
Che, tenendo conto del luogo del ritrovamento dei resti, doveva essere redatto dall’ufficiale di stato civile della Slovenia. E più precisamente del Comune di Sesana. Perché la discarica si trova a Kreplje, vicino a Duttogliano.
E dunque il “nulla osta” sarebbe dipeso proprio da quell’autorità amministrativa. E proprio per questo motivo l’ufficiale di stato civile italiano non lo aveva sottoscritto. Ora la questione si è sbloccata e finalmente, come si è detto, il buon senso ha avuto il sopravvento.
Nel certificato di morte che porta la data del 7 dicembre, l’ufficiale di stato civile Fabio Mecozzi scrive che Slavica Kostic «è morta tra le ore 23.45 del 24 aprile 2016 e le 3 del 25 aprile in Trieste».
Insomma, è arrivato il semaforo verde per i resti di Slavica. Così, nelle prossime ore, gli addetti dell’impresa di onoranze funebri Sant’Anna andranno all’obitorio per la preparazione e poi giungerà il carro funebre di una ditta serba. E Slavica potrà iniziare il suo ultimo viaggio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo