Trieste, schiaffi e insulti antisemiti alla ex ebrea

Un ventunenne sotto accusa. Maltrattamenti ripetuti aggravati dalle minacce: «Ti uccido e ti brucio la casa»
Tommasini-Trieste-Tribunale
Tommasini-Trieste-Tribunale

TRIESTE Calci, pugni e sberle. Ma anche gravi intimidazioni a sfondo razziale: «Ebrea di m… ti brucio la casa. Ti uccido». Finirà in Tribunale davanti a un giudice il caso di un ventunenne triestino accusato di violenze e minacce nei confronti della ex fidanzata, una adolescente appartenente alla comunità ebraica. L’udienza preliminare è attesa per mercoledì prossimo dal gup Luigi Dainotti.

Il materiale raccolto nel fascicolo d’inchiesta è dettagliato. I due giovani avevano avuto una relazione durata quasi quattro anni, dal 2016 alla fine dell’agosto 2019. Nella sua denuncia la minore ha riferito che in tutto quel periodo il fidanzato la molestava, la maltrattava, scaturiva in improvvise scenate di gelosia impedendole di uscire. Non mancavano le offese: «Cicciona di m… tr…put…». Ingiurie spesso rivolte non solo a lei ma pure ai genitori. «Tuo padre è un infame, tua madre è una put…», anche questo si sentiva dire la giovane vittima.

Quando il ventunenne si faceva più aggressivo, la ragazzina aveva paura di restare sola con lui. O di incontrarlo per strada se usciva. D’altronde le minacce erano davvero angoscianti: «Uccido te e la tua famiglia. Vi do fuoco alla casa». Ma dalle parole il giovane era poi passato alle mani. Durante le discussioni lui perdeva facilmente il controllo e si scagliava sull’adolescente picchiandola. In un’occasione, in particolare, il ventunenne l’aveva afferrata per il collo. Un’altra volta le aveva slogato un dito e colpita con un pugno all’occhio causandole un ematoma. Pestaggi che a un certo punto avevano iniziato a diventare molto frequenti. Accadevano anche tre o quattro volte la settimana. La giovane vittima, stando a quanto ha testimoniato, una sera era stata picchiata anche in strada.

I due si erano lasciati nel settembre del 2018, ma l’uomo non aveva accettato la rottura del rapporto. E così la contattava ripetutamente al telefono, senza darle pace, talvolta utilizzando il cellulare di altre persone. Un giorno il ventunenne si era messo a seguire la ragazzina per strada, fino in Molo Audace. E in tutto il tragitto le aveva gridato contro insulti e minacce. «Tr… ebrea di m… ti do fuoco alla casa». Questo è quanto ha raccontato la minorenne nella sua denuncia. L’unica arma che aveva per potersi difendere. Parole che sul piano giudiziario avranno certamente un peso: il ventunenne non dovrà rispondere “soltanto” dei pestaggi, delle offese, degli atti persecutori e di tutte le violenze arrecate per mesi e mesi alla ex. Nell’imputazione, infatti, il pubblico ministero che ha indagato sulla vicenda ha aggiunto anche l’aggravante della discriminazione e dell’odio razziale. —


 

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