Trieste, scatta la corsa alle orate dopo la maxi-pesca
TRIESTE Oltre duemila casse di orate, pescate nella notte tra domenica e ieri, sono state scaricate nei mercati ittici a Trieste, Muggia e Grado per un peso di 12 tonnellate. La pesca “miracolosa”, che non tiene conto di Marano Lagunare e dell’Istria, è cominciata già da una settimana e potrebbe andare avanti ancora per una ventina di giorni. Il fenomeno eccezionale si ripete nell’alto Adriatico a distanza di un anno e fa felici i consumatori, che vedono quasi dimezzato il costo di un pesce pregiato (normalmente costa dai 18 ai 20 euro al chilo).
Arriva un appello all’unisono dal settore: «È il momento per mangiare pesce nostrano e di stagione. Fresco, abbondante e costa poco». A un anno esatto dalle pescate eccezionali, le orate, dunque, tornano a popolare il golfo di Trieste. Un’invasione di massa che si è dimostrata di proporzioni imponenti dopo l’intensa bora dei giorni scorsi ora scemata. «Questo periodo è veramente eccezionale – spiega Adriano Solidoro – perché oltre all’abbondanza di orate, troviamo di tutto cioè calamari, seppie e sogliole. È un bel regalo che speriamo continui almeno per un po’ di tempo».
Grande soddisfazione anche da Guido Doz: «Il golfo dei miracoli sorprende ancora - dice - perché tutte le marinerie dell’alto Adriatico, dall’Istria a Caorle, sono interessate alla pesca delle orate, pesce pregiatissimo e presente nelle tavole delle famiglie. Domenica una piccola imbarcazione del Villaggio del Pescatore ha preso più di 500 chilogrammi di orate in una sola battuta di pesca, senza contare i bottini delle barche di Marina Nova nel monfalconese». E aggiunge: «Lunedì anche i pescherecci di Grado sono rientrati con cospicui quantitativi di orate - spiega - e dall’Istria alla Dalmazia si aspettano per martedì circa tremila cassette del pregiatissimo pesce. Insomma, oltre 20 tonnellate di orate pescate in soli tre giorni. È davvero un miracolo».
C’è chi ha fatto incetta di orate visto che, una volta pulito, il pesce si può conservare nel congelatore. Un miracolo che continua, dunque, dopo una stagione non esaltante per la pesca. «C’è stato – sottolinea Doz - un calo importante del pescato di seppie, moli, alici, sardine e sgombri. Anche l’aguglia (localmente chiamato angusigolo), sempre abbondante nel golfo, è praticamente scomparsa». (ci.vi.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo