Trieste riabilita i nove giornalisti ebrei che il fascismo escluse dalla professione
TRIESTE Il celebre compositore e critico musicale Vito Levi. E Aldo Cassuto, passato dalle pagine di questo quotidiano a Radio Londra. Sono in tutto nove le donne e gli uomini di origine ebraica che oggi, ad honorem, saranno iscritti all’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia.
Erano stati esclusi dalla professione più di ottant’anni fa, per effetto delle discriminazioni scaturite dalla svolta antisemita del regime fascista. Ecco perché i presidenti di Ordine e Assostampa regionali, Cristiano Degano e Carlo Muscatello, hanno scelto di omaggiarli in una data simbolica. È l’anniversario di quel 18 settembre 1938 in cui Mussolini venne proprio in piazza Unità ad annunciare le leggi razziali. Una serie di provvedimenti dello Stato che di lì a poco iniziarono a prendere forma. E che durante l’occupazione nazista spianarono la strada alle deportazioni e alla Shoah. «L’idea nasce da un’iniziativa della Fondazione Murialdi, che sta svolgendo una ricerca storica», spiega Degano: «Abbiamo accolto l’invito dell’Odg nazionale, non limitandoci a un gesto virtuale ma facendolo coincidere con questo anniversario». Aggiunge Muscatello: «Anche un atto simbolico è importante, viste le recrudescenze di odio e violenza, nei discorsi come nelle pratiche».
Il divieto di svolgere il mestiere giornalistico, per gli ebrei, fu esplicitato con una legge del 29 giugno 1939. «Molte redazioni anticiparono le norme licenziando i dipendenti», racconta lo storico Enrico Serventi Longhi, anche lui oggi a Trieste per la cerimonia: «Dal ’39 le epurazioni. Furono estromessi dall’Albo professionale (l’antenato fascista dell’Ordine, ndr) 20 professionisti e 65 pubblicisti in tutta Italia, cui si sommano appunto i licenziamenti». E non solo. Ida Finzi ad esempio non figura tra i “cancellati”, poiché nel ’39 risulta già in quiescenza. Ma l’anno prima era stata costretta a dimettersi dal direttivo del Circolo della Stampa. Gli altri nomi sono Massimo Della Pergola, che nel dopoguerra cofondò la Sisal e inventò il Totocalcio, Federico Levi, stenografo al Piccolo. Edvige Levi Gunalachi, collaboratrice del Popolo di Trieste, Alice Pincherle, giornalista pubblicista, nella Resistenza con ruoli da infermiera, Mario Bolaffio e Isacco Kleim, pubblicisti tecnici, e per l’appunto Vito Levi e Aldo Cassuto. Il primo negli anni ’50 divenne un «riferimento culturale della città, che ascoltava rapita i suoi ricordi su Svevo, Saba, Benco e Tomizza, ovvero suo genero», ricorda Luciano Ceschia, presidente onorario Assostampa. Il secondo nel ’39 si rifugiò a Londra e si mise a collaborare con la radio del mondo libero.
Appuntamento alle 11 al Circolo della stampa, presieduto da Pierluigi Sabbati. Interverrà il rabbino capo della Comunità ebraica di Trieste Alexander Meloni. E ci saranno la preside Cesira Militello, la docente Sabrina Benussi e gli allievi del Petrarca artefici due anni fa della mostra “Razzismo in cattedra” e del documentario “1938 Vita amara”. Si potrà seguire l’evento in streaming sul sito del Circolo.—
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