Trieste, ratti a passeggio nella mensa del carcere
TRIESTE Le dimensioni erano quelle di un gatto. Ma non era proprio un felino. A correre velocissimo lungo i corridoi del carcere è stato un ratto, o meglio una “pantigana”. È successo lo scorso 9 dicembre più o meno all’ora di pranzo: il topo è comparso all’improvviso nei locali della mensa all’interno del carcere. Alcuni detenuti hanno cercato di fermarlo assieme agli agenti. Ma non c’è stato nulla da fare. In breve è sparito. Nei giorni scorsi sono stati anche trovati altri due topi morti nei locali della mensa agenti. Qualcuno, con malcelata ironia, ha parlato di tentativi di evasione più o meno riusciti. Ma non c’è nulla da ridere. Perché i topi sono vettori di malattie molto pericolose. Come febbre da morso, leptospirosi, rickettsie e anche rabbia.
Per questo subito è stata attivata la procedura di emergenza per le questioni igienico sanitarie. «La situazione - ha spiegato ieri in proposito il direttore Silvia Della Branca - è sotto controllo». Ha aggiunto che il topo è comparso non nei locali della mensa «ma in strutture carcerarie esterne». Dice cercando di rassicurare che fortunatamente: «Ne è stato avvistato un unico esemplare e subito abbiamo predisposto l’intervento necessario». Poi continua: «Abbiamo già attivato l’azienda sanitaria per chiedere un intervento urgente. Anche se nei mesi scorsi era comunque già stato effettuato il normale intervento di derattizzazione in tutta la zona».
Ma sulla questione interviene duramente Leo Angiulli, segretario regionale triveneto della Uil penitenziari. Precisa che già lo scorso 29 novembre - e cioè ben prima della improvvisa comparsa della “pantigana” - una delegazione sindacale «aveva denunciato la scarsa salubrità di alcuni locali del Coroneo: sia quelli destinati quotidianamente al confezionamento dei pasti che quelli utilizzati alla distribuzione ai detenuti». Poi - polemicamente - accenna in una nota all’allarme ratto scattato a mezzogiorno del 9 dicembre. Dice: «Abbiamo riscontrato la presenza di un ratto di grandi dimensioni nei pressi dei locali destinati alla distribuzione dei pasti, nonché alla consumazione». Rileva: «Possiamo affermare che i locali destinati alla distribuzione e al confezionamento dei pasti non sono a norma secondo le specifiche leggi che riguardano igiene e salubrità. Al Coroneo non vengono rispettate le norme e per questo chiederemo all’Azienda sanitaria di accertare e certificare l’uso dei locali per la distribuzione e il confezionamento dei pasti».
Un allarme simile era scattato qualche tempo fa in Tribunale il cui edificio è collegato con il carcere tanto che era stata disposta la chiusura di un bagno nel seminterrato davanti agli uffici degli ufficiali giudiziari. Erano intervenuti sia i vigili del fuoco che i tecnici di una ditta specializzata. C’era stata una sorta di caccia grossa. I pompieri avevano prima bloccato la pantigana con la schiuma vischiosa di un estintore, poi l’avevano infilzata, uccidendola.
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