Trieste, ragnatele e sporcizia. Chiuso il mercato ittico

L’Azienda sanitaria ha sospeso l’attività dopo l’intervento dei Nas. Il sindaco accusa i predecessori e annuncia il trasferimento in Porto vecchio
Il sopralluogo di Dipiazza con l'assessore Lorenzo Giorgi al Mercato ittico
Il sopralluogo di Dipiazza con l'assessore Lorenzo Giorgi al Mercato ittico

TRIESTE Chiuso il Mercato ittico di Trieste. L’Azienda sanitaria ha deciso di sospendere l’attività della struttura di Scalo Legnami dopo un blitz dei Nas. Ragnatele, sporcizia, ruggine e spazzatura dove si commercia il pesce, oltre a problemi strutturali e di sanificazione: questo, come fa sapere il responsabile dell’ente Maurizio Cocevari, hanno constatato i carabinieri.

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Nel pomeriggio di ieri il sindaco Roberto Dipiazza, in conferenza stampa, definisce «grave» la situazione. E annuncia l’intenzione di trasferire «entro 400 giorni» il mercato in Porto Vecchio al Molo Zero. «Il commissario Zeno D’Agostino - anticipa proprio Dipiazza - è d’accordo».

Intanto sono già cominciati i primi interventi di manutenzione all’ex Gaslini. «Non perdiamo tempo», le parole dell’assessore al Commercio Lorenzo Giorgi. Ci vorrà una settimana, grosso modo, per completare i lavori. Solo allora si potrà riaprire i battenti.

Ma cosa è accaduto esattamente? In conferenza stampa, all’indomani dell’intervento dei Nas, il sindaco porta alcune lettere da cui emergerebbero le responsabilità della giunta Cosolini. Una, indirizzata all’ex assessore alle Attività economiche Edi Kraus e a un funzionario comunale, il direttore Lorenzo Bandelli, è del maggio 2015 e fa seguito a una visita ispettiva dell’Azienda sanitaria.

La struttura viene giudicata «non conforme» nel pavimento di sbarco, circostanza che determina «ristagno dell’acqua e di materiale organico del pescato». Gli impianti per la pulizia sono ritenuti inadatti, non mancano rifiuti lungo la banchina, attrezzature rovinate, frighi che non si possono pulire bene. Un «palese stato di degrado» al quale il Comune avrebbe dovuto far fronte nel giro di tre mesi.

Il 2 marzo di quest’anno parte un’altra lettera, stavolta è della direzione centrale salute della Regione, indirizzata all’allora sindaco Cosolini e ai suoi assessori Kraus e Laureni, responsabile dell’Ambiente. Viene messa al corrente l’assessore regionale alla Sanità Telesca.

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Il documento fa memoria della scadenza del giugno 2016 «quale termine ultimo per sanare le criticità». Si sottolinea che tali non conformità, «considerata la gravità», porterebbero a una «revoca automatica del bollo Cee», la garanzia sanitaria per commerciare in ambito nazionale e comunitario. Significherebbe la chiusura totale dell’impianto. Per il momento quella garanzia è sospesa.

Sarà la Regione, previa istruttoria dell’Azienda sanitaria, a riattivare il bollo se saranno accertate le condizioni igieniche appropriate. L’azienda ha ordinato una nuova lista di prescrizioni. Per riprendere l’attività il Comune dovrà sistemare il pavimento, togliere l’intonaco incrostato e le parti arrugginite, sostituire le guarnizioni dei frighi, oltre a «provvedere a una radicale pulizia e sanificazione».

In ballo ci sono centinaia di posti di lavoro: tra pescatori e fornitori, all’ex Gaslini operano circa 400 persone. Un migliaio se si considerano le pescherie. «I primi lavori sono già partiti, nell’arco di una settimana o dieci giorni completiamo tutto», assicura Giorgi.

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«Adesso bisogna lavorare giorno e notte per risolvere concretamente i problemi - dice Dipiazza - ma resta il fatto che questa è una macchia nera e indelebile dell’amministrazione comunale precedente che non ha seguito e non ha risposto alle pressanti richieste e prescrizioni indicate dall'Azienda sanitaria. Non si può solo volare alto, ma bisogna fare anche la manutenzione ordinaria e questo non è stato fatto».

Il sindaco spiega d’aver già contattato il commissario dell’Autorità portuale: «Posso confermare che l’obiettivo è quello di realizzare, nel giro di un anno o poco più, il nuovo Mercato ittico al Molo Zero in Porto Vecchio», ripete il primo cittadino rivolgendosi anche al collega della giunta Giorgio Rossi e al direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria Valentino Patussi, nonché ai due responsabili di Confcommercio per la categoria presenti alla conferenza stampa, il vicepresidente dell’associazione commercianti al dettaglio Livio Amato e il rappresentante dei commissionari Franco Bullo. «Niente allarmismi - ci tiene ad aggiungere Dipiazza - ma non dobbiamo perdere tempo».

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