Trieste, Porto Vecchio alla città: sì dall’81% dei cittadini
L’81 per cento dei cittadini di Trieste è favorevole a un nuovo utilizzo del Porto Vecchio ai fini dello sviluppo urbano ed economico della città, operazione per la quale dopo quasi vent’anni di progetti falliti proprio in questi giorni vengono finalmente poste le premesse. È il risultato di un’indagine campionaria d’opinione promossa da Confindustria Venezia Giulia in collaborazione con Il Piccolo e condotta da Swg.
I risultati sono stati illustrati ieri in Prefettura nel corso di un incontro al quale hanno partecipato tra gli altri il commissario del governo e prefetto Francesca Adelaide Garufi, il sindaco Roberto Cosolini, il presidente di Confindustria Venezia Giulia Sergio Razeto, il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino e il direttore del Piccolo Paolo Possamai.
La ricerca, illustrata nei dettagli dal presidente di Swg Maurizio Pessato, evidenzia che la gran parte della popolazione conosce bene il sito e ha seguito gli sviluppi sulle sue nuove possibili destinazioni d’uso (65%) ed è convinta che possa essere un trampolino di lancio per la città (71%). Il potenziale dell’operazione è evidente a gran parte della collettività che vede ricadute positive per una maggiore vivacità di Trieste (83%), la considera un volano per una città più dinamica (81%), un significativo contributo all’aumento dell’occupazione (77%) e un impulso concreto allo sviluppo economico e dei servizi (75%).
Inoltre quasi l’80% della popolazione vede nel nuovo utilizzo di Porto Vecchio un ruolo importante che Trieste può assumere quale città protagonista sulla scena nazionale (79%), europea (78%) e adirittura internazionale (62%). La quasi totalità dei dubbi e delle preoccupazioni si annida nella burocrazia nella quale una lieve maggioranza di cittadini (52%) individua il maggiore ostacolo il che fa sì che il 57% dei triestini tema ancora un’eccessiva lentezza nell’avanzamento dell’opera.
«L’idea del sondaggio è nata in Confindustria - ha spiegato Razeto - per coinvolgere almeno una parte dei cittadini nell’elaborazione del progetto, ma anche per stimolare chi avrà ora in mano le leve del cambiamento, e cioé il Comune, a procedere il più rapidamente possibile dopo la ritrovata fiducia visto che negli ultimi sei mesi si sono fatti più passi avanti che in vent’anni. La risposta dei cittadini è inequivocabile visto che l’80% ha un atteggiamento positivo nei confronti di un nuovo utilizzo dell’area».
«Era il 1997 allorchè l’allora presidente degli industriali Federico Pacorini (che ieri era presente in sala) - ha ricordato Possamai - pose per primo la questione. Per due decenni si sono susseguite soltanto disillusioni, è stato svolto un scientifico lavoro di sabotaggio in cui il ceto dirigente ha messo sotto i tacchi quelle che invece, come si vede, erano le aspettative dei triestini. Ma ora più di prima attraverso Porto Vecchio passa l’unica possibilità di riscatto della città». I primi risultati finalmente si vedono e lo ha evidenziato D’Agostino augurandosi che siano stati fugati alcuni dei timori residui nella popolazione espressi attraverso l’indagine.
L’avvio leggermente ritardato della presentazione è stato dovuto proprio a un ampio colloquio svoltosi tra il commissario dell’Authority e il prefetto per approfondire le questioni burocratico-normative legate al prossimo trasferimento dal Porto Vecchio del quasi mezzo milione di metri quadrati di Punto franco che ne hanno finora sostanzialmente bloccato le nuove ipotesi di sviluppo. Ne ha fatto riferimento la stessa Garufi riferendo come si sia trattato di un confronto tra commissari (del Governo e del porto) per mettere a fuoco la complessa impostazione giuridica che dovrà accompagnare il passaggio amministrativo dell’area.
«C’è interesse da parte mia - ha spiegato il prefetto - a collaborare a questa idea forte lungamente attesa dalla città. È fondamentale aver sentito anche la voce dei cittadini su come immaginano la Trieste del futuro una volta inglobato il Porto Vecchio. Spetterà poi al Comune sviluppare anche alcune delle indicazioni ricevute. Da parte mia - ha concluso - anche la mia firma potrà dare un contributo concreto al futuro di Trieste. Finora infatti dovevo limitarmi a firmare dei provvedimenti temporanei di sospensione del Punto franco per permettere lo svolgersi di iniziative in Porto Vecchio, una sorta di tappabuchi su piccole situazioni momentanee. Ora finalmente si tratterà di una firma definitiva che potrà contribuire allo sviluppo della città».
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