Trieste, nasce il brand mondiale del Porto franco
È il documento che rende operativo il decreto sul Porto franco da poco varato dal governo. È il Piano operativo triennale 2017-2019 che ieri è stato approvato dal Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale. Alla seduta hanno preso parte la presidente regionale Debora Serracchiani, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il presidente dell’Autorità di sistema portuale Zeno D’Agostino, con il segretario generale Mario Sommariva.
«Si tratta di un ottimo piano strategico - commenta a caldo la stessa Serracchiani - che conferma le linee di sviluppo percorse in questi anni dall’amministrazione regionale, ponendo in sinergia tutte le infrastrutture di cui il Friuli Venezia Giulia è dotato con i porti, a partire quello di Trieste, gli interporti e le infrastrutture di sistema, in modo da dar vita a una reale piattaforma logistica».
Il piano, rileva D’Agostino, «diventa, da documento di semplice pianificazione infrastrutturale, com’era in passato, un vero e proprio documento strategico, improntato alle “7 I”». Ovvero: «Innovazione come propulsore di intermodalità, infrastrutture, industria, integrazione logistica, internazionalizzazione e informatica».
«Il piano - aggiunge ancora il presidente dell’Authority - è frutto di un lavoro di squadra molto approfondito. Le linee guida sono quelle dei prossimi anni: l’accelerazione sulla parte ferroviaria, l’integrazione con gli interporti, con Opicina. E poi ancora tutto il ragionamento di sviluppo delle potenzialità del Porto franco anche in termini infrastrutturali. C’è anche il futuro dell’Ezit».
Il piano prevede anche l’integrazione del sistema portuale regionale, a partire dallo scalo di Monfalcone che nei prossimi tre anni dovrebbe diventare tutt’uno con quello triestino: «Cominciamo con Monfalcone - spiega il presidente dell’Autorità portuale - e poi metteremo in campo anche l’integrazione con Porto Nogaro». D’Agostino osserva poi che il processo di avanzamento informatico dello scalo triestino è all’avanguardia a livello nazionale, in una dinamica che è strettamente connessa alla concretizzazione del regime di Porto Franco, secondo il principio che «maggiore libertà delle merci e maggiore integrazione tecnologica procedono di pari passo».
Come è stato spiegato durante il Comitato di ieri, il piano «registra i brillanti risultati della portualità altoadriatica - comunica in una nota diffusa nel pomeriggio la Regione - e prende le mosse dalle linee della pianificazione nazionale, a partire dalla riforma portuale e dai documenti innovativi messi in campo dal governo».
La prospettiva delineata nel piano è che tutto continui ad andare come ha fatto negli ultimi tempi. Le politiche e gli interventi triennali vi sono commisurati ad aspettative di crescita, precisa ancora la Regione nel comunicato, «in un quadro in cui l’aumento dei traffici si combina con lo sviluppo ferroviario, con una forte vocazione internazionale, con il ruolo chiave della Cina e della traiettoria mediorientale».
Il piano, come detto, dedica ampio spazio alla nuova stagione del Porto Franco e della più complessiva free zone: quest’ultima, spiega ancora la nota della Regione, potrà avere vita in senso compiuto dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dei decreti attuativi. Un passaggio che permetterà di coinvolgere l’intera area retroportuale e regionale. Inclusa nel piano anche l’adozione di un brand, denominato “FreeEste” per la pubblicizzazione della free tax zone del Porto Franco a livello internazionale.
Per Serracchiani, «il piano delinea un porto di Trieste che investe sul sistema ferroviario e che, già vantando il massimo traffico a livello nazionale nel 2016, può beneficiare di importanti investimenti che lo traghetteranno nei prossimi anni a raggiungere sempre più importanti traguardi in termini di rilancio e di sviluppo».
Tra gli altri punti all’ordine del giorno della seduta del comitato di gestione, tutti approvati all’unanimità, alcune variazioni di bilancio, funzionali a impegnare avanzi di esercizio in investimenti, e il “via libera” all’anticipata occupazione da parte di Wartsila della banchina sul canale navigabile di Zaule già utilizzata da Italcementi, in vista di una concessione al colosso motoristico, che la ritiene strategica per la sua attività industriale a Trieste.
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