Trieste, mangiano tonno, in quattro all’ospedale
Andare a pranzare in un ristorante vicino all’ufficio e ritrovarsi nel giro di un paio d’ore al Pronto soccorso di Cattinara, con una sospetta intossicazione alimentare. È quello che è successo a quattro impiegati di alcune società di servizi del centro cittadino di Trieste, nel primo pomeriggio di ieri, con i sanitari del 118 intervenuti direttamente negli uffici dei malcapitati.
All’origine della presunta intossicazione - come detto - la pausa pranzo trascorsa dopo una mattinata di lavoro in un ristorante del centro, oggetto ieri pomeriggio di una serie di controlli da parte delle autorità sanitarie per stabilire se vi sia un’effettiva relazione tra ciò che è stato ingerito e l’intossicazione stessa. Poco dopo il pranzo i quattro, spaventati per il malessere che li aveva colti, si sono rivolti al numero unico di emergenza 112 per chiedere soccorso.
Sintomi comuni, tipici per l’appunto di un’intossicazione alimentare, come il senso di vertigine, l’arrossamento cutaneo diffuso su tutto il corpo, vampate di calore e fortissimo mal di testa - oltre che allo stomaco - per i quattro che, dopo la primissima assistenza da parte dei paramedici direttamente in ufficio, sono stati trasportati e ricoverati al Pronto soccorso dell’ospedale di Cattinara. Le loro condizioni non sarebbero gravi. Secondo le prime ricostruzioni i quattro - due donne e due uomini di circa trent’anni - si erano recati intorno alle 13 nel medesimo ristorante e avevano ordinato delle pietanze con un ingrediente in comune: del tonno fresco.
Non sono ancora certi i rapporti di causa ed effetto tra quanto preso in ristorante e l’insorgere dell’intossicazione, anche se quanto emerso finora farebbe puntare il dito proprio contro una partita di tonno utilizzata per la preparazione dei piatti consumati dai quattro. Le indagini sono state avviate dai carabinieri. I militari si sono recati in ospedale per raccogliere le testimonianze dei malcapitati e acquisire i referti dei sanitari. Per ora mantengono il massimo riserbo. Il proprietario del ristorante dove si sono recati a pranzare i quattro impiegati, di cui non riportiamo il nome per tutelare le indagini ancora in corso nonché l’immagine del locale stesso in assenza di riscontri certi, si è dichiarato basito per l’accaduto. «Serviamo più di 20mila pasti all’anno e non ci era mai capitata una cosa del genere da quando abbiamo aperto, diversi anni or sono.
Non riusciamo a comprendere se la cosa sia dipesa proprio da noi, perché anche altre persone hanno consumato pietanze a base di tonno come chi è rimasto intossicato, ma nessun altro ha avuto problemi», ha aggiunto l’imprenditore, visibilmente scosso: «Questo pomeriggio (ieri, ndr) abbiamo ricevuto un controllo delle autorità sanitarie, non hanno riscontrato nessun problema. Hanno invece potuto constatare che tutti i parametri e le disposizioni di legge in merito alla conservazione, alla manipolazione e alla preparazione degli alimenti sono da noi scrupolosamente rispettate. L’ingrediente comune dei piatti consumati, il tonno, è acquistato da noi fresco dallo stesso fornitore che opera osservando tutti gli obblighi di legge e etichettando tutta la storia del pesce. Per questo proprio non comprendiamo come la cosa possa dipendere da noi. Un campione dell’ingrediente è stato prelevato dagli ispettori per le analisi e lo abbiamo fornito senza alcun timore, proprio perché siamo certi della cura scrupolosa che mettiamo nel nostro lavoro. Confidiamo nelle indagini degli organi preposti che speriamo permettano di risalire presto e velocemente alla verità dei fatti e alle cause scatenanti le intossicazioni delle quattro persone».
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