Trieste, mamma svenuta agli Specchi: la prognosi resta riservata

Condizioni stabili ma gravissime per la donna colpita da malore mentre allattava. Nessuna conseguenza seria per la sua bambina di sei mesi ora affidata ai nonni
Lasorte Trieste 01/03/17 - Piazza Unità, ore 15.45, Intervento Ambulanza e Polizia, Caffè degli Specchi
Lasorte Trieste 01/03/17 - Piazza Unità, ore 15.45, Intervento Ambulanza e Polizia, Caffè degli Specchi

TRIESTE Sono stabili, seppur gravissime, le condizioni della donna di 35 anni - Giulia B. -, che mercoledì è andata in arresto cardiaco mentre allattava la sua bimba di sei mesi seduta al Caffè degli Specchi. Per l’intera giornata di ieri la donna è stata tenuta in coma farmacologico.

Oggi invece dovrebbe iniziare il lento risveglio nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Cattinara, dove la donna è stata ricoverata in estrema urgenza e dove, ieri, si è svolta la dolorosa processione dei familiari e degli amici più stretti della neomamma.

Nessuno di loro, comprensibilmente, si è sentito di commentare il drammatico episodio. Troppa l’angoscia per le condizioni della donna e la preoccupazione per le conseguenze che l’arresto cardiaco potrebbe aver provocato.

Anche se, vista la rapidità dell'arrivo dei sanitari del 118 e l’immediatezza dei soccorsi, si spera che la giovane non abbia riportato danni gravi e irreparabili, soprattutto a livello cerebrale.

Fondamentali in questo senso sono state la rapida chiamata al 118 di un’amica della donna, che si trovava con lei nel Caffè in quel momento, e lo scrupoloso intervento di un dipendente del locale che, dopo un primo approccio al massaggio cardiaco dell'amica della donna, ha iniziato e praticato un vero e proprio intervento di primo soccorso.

«Quando ho visto che la ragazza è scivolata finendo a terra non ci ho pensato due volte: ho mollato tutto e l'ho soccorsa», dice Carmine Brancaccio, giovane cameriere del Caffè degli Specchi tra i primissimi a intervenire in aiuto della 35enne.

«Per fortuna in passato ho praticato vari corsi di Primo soccorso per cui sapevo cosa fare. Mentre l'amica della signora chiamava il 118, io ho potuto controllare che ci fosse battito del cuore. Lei ha iniziato un principio di massaggio cardiaco, poi ho preso a massaggiare io, praticando le procedure di soccorso e controllando le sue condizioni fino all'arrivo del 118».

Brancaccio, originario di Napoli, è a Trieste per lavoro da tre anni e dallo scorso Natale è assunto al Caffè degli Specchi. In precedenza aveva lavorato su navi da crociera.

«E pensare che io ho anche paura del sangue e basta niente per farmi svenire, ma quando ho visto la bambina cadere e la donna che non rispondeva ho capito che non c'era tempo per avere dubbi: ho fatto semplicemente quello che dovevo fare - racconta senza darsi minimamente arie -. Poi all'arrivo dei sanitari mi sono scostato e ho lasciato alla loro professionalità la signora che ancora era incosciente. Spero di rivederla presto e in buona salute, anche per la sua bambina».

Dopo l’arrivo del 118 in tempi brevissimi, la giovane mamma era stata subito sottoposta a defibrillazione e massaggio cardiaco, fino a che il cuore non aveva ripreso a battere. Poi era stata intubata e trasportata in estrema urgenza al reparto di Emodinamica della Rianimazione di Cattinara, sottoposta a innumerevoli controlli e accertamenti.

Secondo le prime ricostruzioni l’arresto cardiaco non sarebbe stato provocato da un infarto: sembra infatti che le coronarie della donna non abbiano subito danni. Saranno gli esiti dei numerosi esami a cui è stata sottoposta ad aiutare i medici a risalire alle cause che hanno portato il suo giovane cuore a fermarsi mentre era intenta ad allattare la sua bambina di sei mesi.

Bimba che nella caduta ha riportato piccole e superficiali escoriazioni e che è stata trasportata all'ospedale infantile Burlo Garofolo per accertamenti (per fortuna le sue condizioni però non hanno destato alcuna preoccupazione) ed è stata subito affidata alle cure dei nonni.

Il padre della piccola, che avrebbe tra l’altro anche un fratellino più grande, l momento dell’incidente non si trovava Trieste perchè impegnato all’estero, sempre secondo quanto si è appreso, per motivi di lavoro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo