Trieste, luci spente in Barriera e via Battisti Masè smantella la rete di vendita
Meno 13 negozi in 4 anni. Erano quindici punti vendita fino a quattro anni fa, ora ne sono rimasti soltanto due. Lo storico marchio Masè ha di fatto smantellato la sua rete di vendita al dettaglio. Martedì scorso, a sorpresa, sono state abbassate definitivamente anche le serrande di altri due negozi storici, quello di via Battisti e quello di largo Barriera.
Cosa rimane. Una mossa letta come ennesima dimostrazione della proprietà di ridurre al minimo la presenza commerciale in città. A sopravvivere oggi, come detto, sono solo due negozi: il corner all’interno del centro commerciale Torri d'Europa, che offre panini di prosciutto cotto, e il punto vendita di Cavana, che si è sempre distinto dagli altri vista la tipologia a metà strada tra la classica salumeria di quartiere e il punto di riferimento per i molti turisti che gravitano nella zona, abituati ad acquistare lì panini e bibite per un veloce pranzo al sacco.
Un'ecatombe. In meno di due anni, insoma, si è assistito ad un’ecatombe di negozi a marchio Masè. «Ai quattro dipendenti impiegati nei punti vendita di via Battisti e largo Barriera abbiamo comunicato la chiusura la scorsa settimana, - spiega l'amministratore delegato dell'azienda, Stefano Fulchir - ora sono stati messi in ferie e con i sindacati verrà trovata una soluzione per la fine del rapporto lavorativo». Tante però le incertezze sul loro futuro visto che i dipendenti dei punti vendita hanno una formazione professionale che rende difficile l’inserimento nello stabilimento Masè che produce i salumi.
Dal 1870. Sembrano insomma sideralmente lontani gli anni d’oro dello storico marchio dell’industria alimentare giuliana, creato nel 1870 e rilevato nel 2013, dopo il fallimento, dalla una cordata di imprenditori friulani composta dalle famiglie Fulchir, Fabbro e Soldati. i primi campanelli d’allarme sono suonati a febbraio dello scorso anno, quando l’azienda decise di abbassare le saracinesche della salumeria di via del Lazzaretto Vecchio e pochi mesi più tardi, nel maggio 2016, del punto vendita di via Carducci e di quello in via Gallina che forse, più di altri, rappresentava la Masè in città. A fine aprile è toccato alla rivendita di via Timeus e al locale di via San Nicolò, ceduto alla società Romaquattro srl, che ha comunque mantenuto la storica insegna. E ora è la volta dei negozi di via Battisti e largo Barriera. La chiusura è arrivata come un fulmine a ciel sereno per i dipendenti ma anche per i clienti, che non immaginavano una soluzione tanto drastica.
Fino alla scorsa settimana nello storico punto vendita di via Battisti, che si trova a fianco ad altre realtà “storiche” come il pastificio Mariabologna, la gioielleria Cella o la pasticceria Patti, ogni mattina venivano ancora sistemati i tabelloni che promuovevano le offerte del giorno: dalla mortadella con il pistacchio al prosciutto crudo fino all’immancabile cotto caldo.
Il commento. «La nostra strategia aziendale, come già annunciato, - sottolinea Fulchir - punta a rafforzare il comparto della produzione e quello dell’esportazione. I negozi di quartiere, che per anni sono stati fondamentali per la crescita e il rafforzamento del marchio, non danno più i risultati di un tempo e non sono quindi strategici per l'azienda».
Per capire la portata del calo di affari, basta prende in esame gli scontrini emessi dalla rivendita di largo Barriera. «Cinque anni fa lo scontrino medio era di 25 euro - illustra -, lo scorso mese era di 7 euro: i clienti entravano con la borsa della spesa con il marchio del supermercato di fronte già piena, acquistando da noi solo un etto di prosciutto o di baccalà mantecato».
Il foro commerciale da 120 mq che ospitava Masè in largo Barriera è proprio accanto a quello dell'antica pasticceria Pirona, altra realtà storica in grosse difficoltà.
«Purtroppo la concorrenza della grande distribuzione in largo Barriera si è fatta sentire prepotentemente - rileva Fulchir -. Un imprenditore non è mai felice di chiudere un punto vendita ma spesso è il mercato a dettare certe decisioni. Come azienda ora intendiamo concentrarci soprattutto sulla produzione di prosciutti cotti e salumi di alta qualità, e differenziare la linea attraverso l’aggiunta di prodotti complementari, con l’obiettivo di espandere il mercato in Italia e all’estero».
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