Trieste, la salvezza di Pirona si allontana ancora

Unicredit Leasing boccia l’unica richiesta di acquisizione pervenuta: «Fontanot si adegui ai prezzi di mercato»

TRIESTE Sembrava quasi fatta e invece la riapertura di Pirona torna ed essere un miraggio. Unicredit Leasing, proprietaria dei muri del locale di Largo Barriera, ha rifiutato la proposta di acquisto di quel foro commerciale avanzata dalla società Il Pane Quotidiano di Paolo Fontanot, l’unica che fino ad oggi ha messo nero su bianco una manifestazione di interesse, un’offerta economica e un progetto di rilancio di quella storica pasticceria.

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L’offerta che Fontanot aveva fatto pervenire attraverso il suo commercialista per rilevare i muri di Pirona era di 95 mila euro. A questo investimento l’imprenditore triestino che presiede anche il comparto panificatori di Confartigianato, intende aggiungere 40 mila euro per rilevare i mobili di Pirona oggi di proprietà della Fondazione CRTrieste, e circa 300mila euro per la completa ristrutturazione del locale. «La proposta è stata attentamente vagliata dai nostri uffici peritali i quali tuttavia ritengono che quanto proposto non sia in linea con le aspettative.

Dobbiamo pertanto declinare la proposta dichiarandoci fin d’ora disponibili ad incontrare il cliente e valutare offerte migliorative», si legge nella lettera inviata da Unicredit Leasing lo scorso 20 novembre allo studio del commercialista di Fontanot.

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Silvano Trieste 29/07/2017 Pasticceria Pirona

«Fermo restando l’attenzione e il senso di responsabilità da sempre dimostrati dal nostro Gruppo nei confronti del territorio, ribadiamo la nostra disponibilità ad incontrarci a esaminare una nuova proposta economica», aggiunge Unicredit Leasing in una successiva lettera del 29 novembre a seguito di una risposta con la quale Fontanot confermava la sua proposta ritenendola congrua ai valori di mercato.

La Spa del gruppo bancario, sottolineando le stringenti normative a cui obbligatoriamente Unicredit Leasing deve attenersi e delle dinamiche di mercato con cui la società deve quotidianamente confrontarsi, ha evidenziato inoltre che eventuali offerte migliorative «dovranno essere necessariamente congrue con i valori di mercato dell’immobile». Una risposta che ha raggelato l'imprenditore. «Ritengo quello sia il valore di mercato per un foro commerciale da riqualificare in quella zona della città, - valuta Fontanot - sono dispiaciuto e deluso perché speravo che in questa vicenda, per salvare quel locale storico, ognuno facesse in qualche modo la sua parte».

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Foto BRUNI 19.07.17 Ex Pasticceria Pirona


L’interesse a rilevare e rilanciare Pirona che Fontanot ha comunque ribadito e confermato nella sua risposta ad Unicredit Leasing, era emerso non appena la città aveva lanciato un grido di aiuto affinché qualche attività imprenditoriale cittadina arrivasse in soccorso, pur di non veder sparire quel gioiello di valore storico e culturale.

Le richieste di informazioni non sono mancate. Anche qualche altra realtà nei mesi scorsi ha voluto conoscere le condizioni per un eventuale locazione o acquisizione dell'immobile e del mobilio ma ad oggi non sono pervenute altre proposte concrete. Infatti, al recente sopralluogo effettuato dai referenti di Unicredit Leasing, della Fondazione CRTrieste e della Soprintendenza era stato invitato ad intervenire, per visionare lo stato del locale, degli arredi, delle attrezzature e egli impianti, solo Fontanot. Il quale a quel punto è riuscito a fare una disamina più precisa dell’investimento complessivo necessario a far ripartire l’antica pasticceria.

Per Pirona, il vincolo posto della Sovrintendenza a metà ottobre e il fatto che quegli arredi siano stati acquistati dalla Fondazione CRTrieste sono ad oggi le uniche certezze e le uniche ancore di salvataggio.

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Scongiurata la possibilità che quel locale venga trasformato in un l’atto tipo di attività, che vengano snaturati i suoi interni o ceduti a chissà chi i suoi bellissimi arredi liberty, ora preoccupa il fatto che quel gioiello resti chiuso. E che quel tesoro che i turisti si spingono in Largo Barriera per ammirare resti nascosto dietro le saracinesche. «Ho deciso di intervenire per salvare Pirona spinto anche dall’interesse dimostrato per quello storico locale da tutta la città, - spiega Fontanot - volevo fare qualcosa per Trieste e mi aspettavo un atteggiamento diverso da Unicredit. Ora faccio un appello e spero che chi ne ha il potere intervenga su Unicredit per far capire loro l’importanza dell’operazione, che va aldilà del recupero del semplice immobile e che mira invece a far rivivere quegli spazi e la loro storia».
 

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