Trieste, la guerra delle mense al Consiglio di Stato
TRIESTE La variabile giudiziaria apre nuovi scenari nel caso dell’appalto mense. Martedì sera è stato notificato al Comune il ricorso al Consiglio di Stato da parte di CirFood, attuale gestore e seconda classificata nella gara vinta dalla Dussmann, che ha scatenato un bel vespaio annunciando pesanti tagli sugli orari dei 170 dipendenti dell’Ambito. Nei prossimi giorni il caso finirà davanti al giudice monocratico che dovrà esprimersi sull’opportunità o meno di sospendere l’avvio operativo della Dussmann, previsto per il 6 febbraio.
Potrebbe ripetersi quindi la situazione dei mesi scorsi, quando il ricorso di CirFood al Tar regionale (poi perso) fece slittare l’ingresso dell’azienda milanese dal primo gennaio all’inizio del mese prossimo. La novità è emersa ieri durante la riunione della Commissione trasparenza del consiglio comunale, presieduta dal consigliere di Tspop Paolo Rovis, cui hanno partecipato l’assessore all’Educazione Antonella Grim, il direttore d’Area Fabio Lorenzut, gli esponenti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, alcune lavoratrici e, ovviamente, i consiglieri comunali. La notizia del ricorso al consiglio di Stato è stata data da Lorenzut: «C’è in programma un’udienza in sede monocratica di cui sapremo gli esiti tra qualche giorno. Questi dovranno essere valutati con estrema attenzione», ha detto il dirigente comunale.
Esiste quindi la possibilità che Dussmann entri in servizio più tardi, ma se il giudice non decreterà la sospensiva o ritarderà la decisione l’appalto avrà inizio con tutto quel che ne consegue. Ovvero, come annunciato e ribadito ieri dai sindacati, con scioperi e tutte le forme di risposta previste dalla dialettica sindacale. L’assessore Grim ha dichiarato: «Abbiamo già fatto un primo incontro, assieme al sindaco e a Lorenzut, con l’azienda. Li convocheremo ancora venerdì perché la volontà della giunta è trovare una modalità con cui superare questa impasse. Siamo fortemente preoccupati e condividiamo le legittime posizioni dei lavoratori. Chiediamo con forza e chiarezza che il confronto continui».
Sia Grim che Lorenzut hanno spiegato le motivazioni che hanno spinto il Comune a inserire nel capitolato dell’appalto la richiesta di maggior personale in orario mensa, il più difficile logisticamente. Una richiesta che Dussmann cita per giustificare i tagli all’orario. Rispondendo a Rovis, Lorenzut ha affermato che a suo parere «non c’erano i margini per inserire il mantenimento degli stipendi all’interno del bando».
Una posizione contestata dal capogruppo di Sel Marino Sossi, che presenterà una mozione urgente in proposito nei prossimi giorni: «Non posso non sottolineare che le gare fatte in Acegas Aps ultimamente includono anche il maturato economico. E che il Comune di Bologna ci mette addirittura l’articolo 18. Quando un’impresa fa tre milioni di ribasso sulla base dove pensiamo che vada a recuperarli? Ovviamente sui lavoratori, che il Comune deve difendere».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo