Trieste: la baruffa infinita sul Porto vecchio
TRIESTE Interruzioni continue, urla, supposti intrusi nelle riunioni, firme messe e ritirate, ripicche e baruffe: non dà il meglio di sè il Consiglio comunale nel tentativo di unificare quelle che inizialmente erano otto mozioni, oltretutto nessuna con valenza rivoluzionaria, sul Porto Vecchio. In tarda serata il voto non era ancora avvenuto, ma sembrava assodata l’approvazione di quella proposta dal centrosinistra che dapprima raccoglie, ma subito dopo perde le firme, dal versante contrapposto, di Carlo Grilli e Alessia Rosolen e Paolo Rovis.
Motivo del dietrofront calligrafico l’”intromissione” nella Commissione capigruppo dell’assessore Roberto Treu che invitava a giungere a un compromesso anche con la mozione presentata da Piero Camber di Forza Italia che poi l’ha ritirata. In compenso, è spuntata un’altra mozione più ampia presentata dai Cinquestelle. «Come assessore all’attuazione del programma ne avevo pieno diritto», ha sostenuto a margine Treu. «Non si è mai visto che la giunta possa intervenire a forzare una trattativa che si svolge tra i consiglieri comunali», l’opinione di Rovis.
Alla fine però mentre Grilli annunciava che non avrebbe partecipato al voto, si sono orientati per il sì sia il gruppo di Un’Altra Trieste con Franco Bandelli e Alessia Rosolen che Trieste popolare con Paolo Rovis e Roberto Antonione. L’ultimo stop temporaneo prima della discussione è stato decretato dallo stesso presidente del Consiglio Iztok Furlanic per far sbollire gli animi di Roberto Decarli (Trieste cambia) e Stefano Patuanelli (Cinquestelle) che stavano andando oltre le righe come del resto avvenuto già altre volte. Il dibattito si è così aperto verso le 22.
La mozione prende in considerazione il fatto che «l’individuazione, attraverso bando di gara, di una società di advisor permetterà di definire un quadro strategico che consideri tutte le opportunità di scenario al fine di portare l’area del Porto vecchio a massima valorizzazione e uso da parte della popolazione per un forte ed equilibrato sviluppo economico e sociale della Trieste del futuro» e impegna sindaco e giunta a coinvolgere il Consiglio e la cittadinanza, a proseguire nelle visite guidate dell’area, a partecipare alle riunioni della Terza e quarta commissione per tenere sempre informato e coinvolto il Consiglio, a sostenere azioni di valorizzazione delle peculiarità specifiche del regime di Porto franco nelle aree di utilizzo da parte degli operatori, a favorire in collaborazione con l’Autorità portuale ogni azione volta a chiarire la regolamentazione dell’organizzazione amministrativa dei Punti franchi.
È saltata invece la discussione di una mozione presentata da Lorenzo Giorgi del Popolo della libertà e Paolo Menis del Movimento 5 stelle sulla verifica della situazione a seguito dei lavori alla Ferriera di Servola. Il centrosinistra non l’ha infatti valutata come mozione urgente ritenendola strumentale.
In essa si fa riferimento al fatto che «il 22 settembre Giovanni Arvedi a un incontro con i dipendenti ha annunciato il posticipo della verifica della situazione ambientale spostandola a non prima della primavera del 2016 venendo meno a precisi impegni presi con cittadini e autorità cittadine anche nella seduta di audizione in Consiglio comunale», mentre risulta tuttora vigente «una critica situazione di continuo sforamento dei valori», e impegna il sindaco «a garantire la verifica dell’abbattimento totale di emissioni di elementi nocivi nei tempi accordati, quindi non oltre il mese di dicembre 2015 e qualora questa puntuale verifica non dia i risultati annunciati a provvedere a emettere immediatamente un’ordinanza di chiusura dell’area a caldo dello stabilimento di Servola a piena tutela della salute dei cittadini».
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