Trieste, intesa su Degrassi alla presidenza dell’Irci
TRISETE Arriva la schiarita sulla prossima presidenza Irci. Se fino a qualche settimana fa sembrava che le associazioni degli esuli avessero rinunciato a una candidatura unitaria, faticosamente intessuta nei mesi scorsi, ora tutti concordano nuovamente sulla necessità di convergere su un unico nome. E il nome continua ad essere quello dell'ex assessore comunale illyano Franco Degrassi. La Regione, che contribuisce alle finanze dell'istituto e che aveva lasciato chiaramente intendere il suo gradimento per una candidatura unitaria, ha avuto un ruolo anche nel nuovo ricompattamento: diverse fonti confermano che l'assessorato alla Cultura si sarebbe spazientito non poco di fronte alle divisioni sorte fra le associazioni. La strigliata ha sortito il suo effetto.
Ora tutto fa presagire che all'assemblea di martedì i soci voteranno in maniera compatta. La data di convocazione è stata fissata per domani dalla presidente uscente Chiara Vigini, impegnata in queste settimane a soprattutto disegnare i termini della convenzione con il Comune per la gestione del museo di via Torino. Nei mesi scorsi il presidente di Anvgd Renzo Codarin non scommetteva sul fatto che si sarebbe arrivati al voto con una sola candidatura. Ora dice: «Abbiamo ritrovato la sintonia e penso che arriveremo all’assemblea con una proposta unitaria. Certo, le opinioni su certi argomenti tra noi sono diverse, forse non tutti ci amiamo, ma ormai stiamo imparando ad agire di concerto com'è giusto che sia». Secondo Codarin «la cosa più importante, alla fine, era che si trovasse un accordo con il Comune per la gestione del museo. Fatto questo, guardo con ottimismo alla prossima presidenza». Via Torino entrerà infatti a far parte dei circuiti museali comunali, risolvendo alcune delle preoccupazioni dei soci sulla sua sostenibilità.
Chi non nasconde la propria soddisfazione per la ritrovata unità è Massimiliano Lacota, presidente dell'Unione degli istriani: «Credo che ormai la direzione sia quella - dice - Anche perché se si farà diversamente la nostra associazione uscirà dall'Irci: non abbiamo alcun interesse a partecipare a giochetti politici di bassa lega». In futuro, spiega Lacota, la gestione dell'istituto dovrà «essere improntata a dinamiche differenti rispetto al passato: secondo noi la presidenza uscente è stata disastrosa, non siamo più disponibili a rinnovare consessi politico-partitici che non hanno più senso rispetto a cosa è diventato l'istituto: il museo ormai è aperto, magari malamente, ma aperto. Ora l'Irci deve diventare un centro di ricerca di alta qualità, altrimenti perde il suo significato».
Il presidente delle Comunità istriane Manuele Braico assicura che farà «tutto il possibile per ricompattare le associazioni. Ovviamente sarà l'assemblea a votare - dichiara - ma mi pare che ora ci sia una buona sintonia tra tutti e che nessuno sia intenzionato a rompere il fronte». Durante l'ultima assemblea c'erano state delle divisioni su un altro tema: «In quel caso si è votato il bilancio e sia Lacota che Renzo De Vidovich hanno voluto differenziarsi, una scelta che non capisco. Penso però che in questo caso troveremo una quadra in qualche maniera, io farò tutto il possibile perché ciò avvenga». Secondo Braico «i problemi da affrontare sono altri e richiedono unità da parte nostra».
Per il presidente delle Comunità istriane il museo è una sfida e un'opportunità: «L'allestimento attuale va senz'altro migliorato - afferma - ma è indubbio che abbia già iniziato ad attirare visitatori. È una buona cosa che sia aperto. Ora però dobbiamo pensare a come arricchirlo con nuove attività e connessioni. Mi pare opportuno pensare soprattutto ai biglietti unici con gli altri musei comunali e con quelli analoghi situati oltreconfine». Quanto al prossimo presidente, «più che sui nomi è importante che ci sia condivisione sul futuro ruolo dell'istituto», chiude Braico.
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