Trieste, i 90 anni della prima poliziotta d’Italia

Rosa Scafa, triestina d’adozione, festeggia il compleanno raccontando la sua carriera iniziata nella Buoncostume
Silvano Trieste 14/07/2015 Rosa Scafa
Silvano Trieste 14/07/2015 Rosa Scafa

La prima poliziotta d’Italia oggi compie 90 anni. E fai fatica a crederci tanto grandi sono la sua forza e il suo entusiasmo per la vita. Rosa Scafa nata il 18 luglio 1925 a Vibo Valentia che lascia a 22 anni per raggiungere la famiglia già emigrata a Trieste. La prima di otto figli. È il dopoguerra e le condizioni non sono facili.

Con la sua voce conduce dentro la sua storia: «Come tutti i giovani ero in cerca di lavoro, sono venuta a sapere dei corsi della polizia femminile, ho fatto appena in tempo a presentare domanda, proprio l’ultimo giorno». Così entra al terzo corso della polizia femminile del governo militare alleato. Correva l’anno 1951.

Servizi di polizia e pattugliamenti, è nella Buoncostume in un periodo in cui la presenza dei soldati anglo-americani richiamava in città prostitute da tutta Italia. I suoi compiti: l’assistenza ai minori e assicurare i controlli medici delle prostitute che trattava con il rispetto che meritano, rivolgendosi con il Lei e chiamandole signora o signorina. «Un giorno - racconta - mi capita un servizio: dovevo assicurarmi che una di queste donne si sottoponesse alla visita medica, nel furgoncino e per tutto il tragitto mi guardava di traverso ma io continuavo a trattarla con gentilezza. Quando siamo arrivate all’ospedale Maggiore - prosegue - la macchina si è fermata e da sotto la manica del vestito la donna tira fuori una lametta e dice “Con questa oggi dovevo sfregiare la poliziotta che mi accompagnava al controllo. Ma lei è diversa. Non sono mai stata trattata così”».

E oggi si commuove di quel ricordo: «Le ho stretto la mano e le ho detto buona fortuna». Chi non si presentava alla visita settimanale di controllo medico veniva poi ricercata dalla polizia: «Si cercava in particolare una donna che non si trovava mai ma esercitava lo stesso. Un giorno la incontro io, lei sta per scappare, l’ho chiamata per nome e le ho detto: “Potrei arrestarla ma non lo faccio, mi farebbe un favore se venisse lei spontaneamente”». Il giorno dopo in ufficio alla Buoncostume in via XXX Ottobre pensava «Chi la vede più questa» e spiega: «Passando la intravedo in una delle celle, ho fatto finta di niente e lei invece mi urla “Signorina eccomi qua!”». Il Corpo di polizia femminile è stato istituito in Italia nel 1959 - sciolto nel 1981 - incorporando anche gli ex agenti del Corpo di polizia femminile di Trieste nato sotto l’amministrazione militare anglo-americana e «nel 1960 - commenta Rosa - quando mi hanno chiesto di scegliere tra il servizio civile e la polizia femminile non ho avuto dubbi e ho scelto di fare la poliziotta e sono stata la prima a fare domanda».

Inizia il cuore della sua carriera: il lavoro svolto all’ufficio servizio sociale per i dipendenti e i loro famigliari. «Dovevo spuntarla, non mi davo pace e così abbiamo risolto tanti casi - dichiara -. Un ragazzo invalido per servizio e non riconosciuto, dopo tanti anni con contatti al ministero e viaggi a Roma ha ricevuto la pensione di invalidità con tutti gli arretrati». Si assicura che vengano fatti i nomi delle sue due preziose colleghe e li detta con generosità: Mina Bianco Cechet e Anita Tomasi. Racconta senza alcuna vanità di «aver salvato da morte sicura il figlio di un dipendente che soffriva di una malattia rara e doveva subire un’operazione chirurgica che poteva essere fatta solo a Los Angeles». In due giorni riesce a fargli avere il biglietto e l’operazione. «Il mio servizio - commenta - meritava solo per questa vita salvata».

Anche l’amore Rosa lo incontra in polizia: Filippo Furlan, “Pippo”, scomparso vent’anni fa, stava per fare il corso di fotoreporter, la guerra l’ha bloccato e poi con la situazione degli anglo-americani è entrato in polizia, innamorandosene. Nel 2010 per il 50° anniversario della presenza delle donne nelle forze di polizia Rosa ha ricevuto l’Onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana direttamente dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in piazza del Popolo a Roma. «È stata una favola e l’ho vissuta a 85 anni!». Buon Compleanno Rosa, la prima donna a indossare l’uniforme della Polizia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo