Trieste, gli spedizionieri : “Punto Franco davanti all’Ausonia”

Il presidente Stefano Visintin propone di utilizzare l’area antistante al varco di Riva Traiana: «Fa già parte dello scalo, escluso il parcheggio del bagno, e come tale va usata»
I camion parcheggiati in Riva Traiana a quaranta metri dall'Ausonia (Foto Lasorte)
I camion parcheggiati in Riva Traiana a quaranta metri dall'Ausonia (Foto Lasorte)

TRIESTE Quello che sarà uno dei temi caldi dei prossimi mesi, e cioé lo spostamento del Punto Franco dal Porto Vecchio che in gran parte passa al Demanio del Comune, coinvolge direttamente la “convivenza” tra i bagnanti dello stabilimento Ausonia e i camionisti turchi nella striscia di quella “terra di nessuno” che in riva Traiana porta al varco numero 1 di accesso allo scalo.

Il problema viene sollevato da Stefano Visintin, presidente dell’Associazione spedizionieri del porto, favorevole ad “anticipare” proprio al piazzale di riva Traina l’inizio del porto. «Fatto salvo il parcheggio del bagno Ausonia - fa rilevare Visintin - va messo nella giusta evidenza il fatto che tutta l’area antistante al varco di riva Traiana fa già ora parte dell’area portuale e come tale deve essere utilizzata. Del resto, non potrebbe essere diversamente perché è la sola zona di sosta in cui possono fermarsi i camion che attendono l’autorizzazione per entrare nei vari terminal. Sebbene la maggior parte dei Tir, in base agli accordi, sosti all’interporto di Fernetti in attesa del via libera per scendere, una quota arriva comunque direttamente o comunque in anticipo fino alle porte dello scalo».

Qui i camionisti, non avendo più a disposizione una locanda o un posto di ristoro all’interno del porto, talvolta consumano un pasto davanti ai propri mezzi o magari si cambiano o si lavano in una zona “mista” davanti agli sguardi dei bagnanti che entrano o escono dallo stabilimento Ausonia. Sempre qui oltretutto può crearsi anche qualche pericolo a causa delle manovre dei camion. «Sarebbe allora opportuno, proprio mentre si sta procedendo all’automazione degli accessi allo scalo anche con la sistemazione di telecamere, arretrare l’ingresso per portare il varco - afferma il presidente degli spedizionieri - già alla fine dell’Ausonia o comunque all’inizio del terminal Samer e per inserire dentro il perimetro dello scalo, allungando il tracciato delle piste di accesso, quell’area di sosta che oggi è esterna pur appartenendo al Demanio marittimo».

L’operazione assolverebbe anche a un’altra funzione «perché quell’area - precisa Visintin - potrebbe opportunamente ospitare una porzione del Punto Franco che si sta per togliere dal Porto Vecchio». Il responsabile degli spedizionieri fa notare che, con questa scelta, il Punto Franco verrebbe a trovarsi quasi contiguo alla Piastra ferroviaria di Campo Marzio che, con l’abbattimento del muro che oggi divide la zona portuale da quella di pertinenza di Rfi e l’unificazione della manovra ferroviaria, potrebbe a propria volta esser collocata in area extradoganale, ospitando un altro settore franco spostato dal Porto Vecchio. «All’interno del perimetro portuale - sostiene il presidente degli spedizionieri - non esistono infatti quasi altre zone possibili spostamento. Discorso diverso invece per la banchina della Ferriera: fossi io il responsabile di Siderurgica Triestina, il Punto Franco lo chiederei, così come lo chiederei per l’Interporto di Fernetti. Ma lì mi sembra che i responsabili all’inizio contrari si stiano ricredendo». Visintin si spinge oltre e individua «un’altra buona localizzazione quella di Prosecco dove del resto il Punto Franco era già operativo in passato. È stato invece opportunamente sospeso il discorso dell’ormeggio 57 perché l’unico traffico completamente comunitario che investe il porto di Trieste è oggi quello con i traghetti da e per la Grecia».

I tempi delle scelte, di sicuro, sono maturi. Il 28 aprile è stata firmata l’intesa che riperimetra il Porto Vecchio con il passaggio al Comune di tutti i magazzini e le aree esclusa la linea di costa, le banchine, la Capitaneria di porto, l’Adriaterminal, la Diga vecchia, gli stabilimenti balneari e la zona del terrapieno di Barcola dove sono collocate le società sportive. «Fatta questa operazione - conclude Visintin - è venuto il momento di stabilire dove spostare il Punto Franco. Credo che il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino a breve ci interpellerà per sentire la nostra opinione».

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