Trieste, Galleria Godina si prepara all’apertura
TRIESTE Godina rinasce. Il negozio di abbigliamento, che ha fatto la storia del commercio triestino, riprenderà l’attività entro i primi mesi del 2016. Una ripartenza a tutti gli effetti seppur sotto un’altra veste: gli spazi saranno concessi in affitto ad alcuni importanti gruppi che già operano in regione e sul territorio nazionale e che sono pronti a sbarcare e investire nel capoluogo. Ce n’è uno in particolare, ancora top secret, presente con vari punti vendita in Friuli Venezia Giulia che intende raccogliere l’eredità di Godina.
Ma il marchio della famiglia, che continuerà a mantenere la proprietà della struttura, resterà assolutamente intatto. Con una nuova insegna, però: “Galleria Godina”. «Noi siamo affezionati ai triestini e i triestini sono affezionati a noi – afferma l’amministratore delegato della Giuseppe Godina srl Annalisa Godina – e quindi la valenza di questa operazione non è soltanto commerciale. Ma va ben oltre».
D’altronde «lì da Godina», a Trieste, è quasi un toponimo. Un po’ come dire «lì della Luminosa». O «piazza Goldoni». Il negozio aveva chiuso i battenti proprio un anno fa. Era il 30 novembre: i costi, che ormai superavano i ricavi, non consentivano più di proseguire. Una decisione sofferta, intrapresa dopo alcuni mesi di contratto di solidarietà con i dipendenti. «La scelta di fermarsi arriva dopo più tentativi finalizzati a contenere le perdite degli ultimi esercizi» diceva in quei difficili giorni il titolare, il signor Sergio. E aggiungeva: «Nel 2013 abbiamo chiesto un sacrificio anche al personale, adottando il contatto di solidarietà, che non ha però prodotto gli effetti desiderati».
«Giuseppe Godina srl aveva cessato l’attività commerciale “in bonis” – puntualizza Annalisa Godina – cioè pagando tutti i creditori e senza lasciare alcun debito. Ma l’impegno immobiliare per la riqualificazione degli spazi non si è mai fermato». È proprio da questa riqualificazione che si riparte: nei 5mila metri quadrati di superficie del negozio troverà posto, stando ai progetti seguiti dallo Studio Metroarea di Trieste, non solo abbigliamento, ma con molta probabilità anche ristorazione, alimentari e cura del corpo. Ogni parte frazionata tra via San Francesco, via Carducci e via Coroneo, avrà una sua funzione con l’intento di creare “una sinergia” tra i diversi settori commerciali.
“Galleria Godina” sarà una grande area rinnovata, anche se tutto deve ancora essere definito con esattezza in queste ultime settimane. «La nostra famiglia – conferma Annalisa – rimane proprietaria dell’immobile che daremo in affitto a questi nuovi imprenditori».
I contratti stanno per essere firmati, manca davvero poco. «Il nostro sforzo – riprende la commerciante – è ripartire facendo un regalo alla città. Sono davvero moltissimi i triestini che associano un momento importante della loro vita con un abito acquistato qui da noi. E tanti conservano in armadio vestiti presi qua, una storia che non poteva finire». In questi mesi non sono mancate le offerte, anche da parte di società pronte a comprare: «Abbiamo selezionato tutte le proposte tenendo sempre in mente la volontà di creare una certa sinergia tra gli spazi di quello che sarebbe stato il futuro di questo posto. Siamo convinti che questa zona, centrale e residenziale, vada valorizzata. Se c’è da dare nuova vita, lo facciamo noi che abbiamo a cuore questa parte di Trieste. Vendere significava svendere, ma noi abbiamo pensato al miglior progetto possibile. Uno studio che abbiamo affidato alla Metroarea, un gruppo di giovani professionisti locali. Ci teniamo al nome, alla qualità e al rapporto con i triestini» osserva ancora Annalisa. E aggiunge: «Questo negozio mancava. Me ne sono accorta in tutti in questi mesi perché Godina non ha lasciato solo un vuoto nel commercio, ma un vuoto in città».
A marzo la signora Annalisa ha aperto “Mini Godina”, un punto vendita principalmente dedicato ai bambini: «È diventato un luogo di contatto e di collegamento diretto con la cittadinanza ed è proprio così che mi sono resa conto dell’importanza di questo legame. Un anno di attesa è stato lungo, ma è servito a non dare tutto in mano al primo che passava e a continuare a rimanere qui».
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