Trieste, folla di visitatori allo scalo delle grandi sfide.

Porte aperte oggi con otto turni di visita dopo la preview per giornalisti e “instagramers” fra treni e supernavi
Silvano Trieste 17/06/2017 Porto di Trieste, Open Day
Silvano Trieste 17/06/2017 Porto di Trieste, Open Day

Il porto dei record. È quello che potranno visitare oggi oltre 500 triestini suddivisi in otto turni in un altro Open day che da qualche anno sta registrando il tutto esaurito. Nell’anteprima di ieri per stampa e instagramers il segretario generale dell’Authority Mario Sommariva ha ricordato i primati già messi in bacheca: numero uno in Italia per tonnellate complessive di merci movimentate, nel Mediterraneo come scalo petrolifero e fresco del gradino più alto su scala nazionale per numero di treni, ben 7.600 arrivati e partiti. Ma attraverso Trieste transita, grazie in particolare alla Pacorini Silocaf, anche il 20% di tutto il caffè importato in Italia e un terzo delle merci che viaggiano tra l’Europa e la Turchia e che percorre la più affollata autostrada del Mediterraneo per quanto riguarda i traghetti ro-ro.



Proprio dallo scalo triestino è stato anche inaugurato il Corridoio Adriatico-Baltico con un convoglio che arriva fino a Kiel, località tedesca sul mare del Nord, mentre un successivo traghetto collega la Svezia e presto farà altrettanto con San Pietroburgo. Internazionale per eccellenza, oggi quello di Trieste è anche il primo porto dell’Austria, il secondo dell’Ungheria, il terzo della Germania. Dove se non qui è in fase di realizzazione la più importante opera marittima che si sta costruendo in Italia? È la Piattaforma logistica dalla quale, in virtù di un Piano regolatore già approvato, potrà stagliarsi il Molo Ottavo, uno dei principali obiettivi di Pechino in Mediterraneo.



Ma i cinesi sono già dietro l’angolo, hanno definito Trieste uno dei principali terminali della nuova Via marittima della seta, mentre il porto di Trieste nei giorni scorsi ha stretto un’alleanza strategica con Duisburg, terminal terrestre della stessa Via della seta. La Samer (allargatasi al Terminal frutta) e la Parisi gestiscono oggi quelli che possono essere definiti due piccoli porti all’interno del porto con la maggioranza delle quote in mano ai turchi: rispettivamente la Un ro-ro e la Ekol. Stanno sparendo gli ultimi vecchi magazzini, aumentano gli spazi, si rinforzano le piastre ferroviarie e si moltiplicano i convogli per il centro e l’Est Europa, il che rende ora tutta l’area irriconoscibile rispetto a qualche anno fa. Megaportacontainer fino a 16mila teu possono attraccare al Molo VII dove Trieste marine terminal, grazie anche a Msc che detiene il 50% delle quote, sta attuando un imponente piano di potenziamento.



Allo Scalo Legnami arriverà in settimana una nave di 190 metri, la più grande mai vista su quelle banchine, per imbarcare 16mila tonnellate di coils della Ferrier. Più a Sud, dove già la Redaelli produce le funi d’acciaio più lunghe del mondo trasportate dalla Frigomar, l’ultima scommessa dell’Authority: insediare aziende per la trasformazione delle merci usufruendo dei vantaggi del Punto franco. Sarà possibile anche perché l’ente, che sostituirà l’Ezit, sarà controllato dall’Autorità di sistema portuale che avrà il 51% delle quote e poi partecipato dai comuni di Trieste, Muggia e San Dorligo.

Riproduzione riservata © Il Piccolo