Trieste, ditta milanese porta i menù doc a scuola

La Dussmann si aggiudica definitivamente il maxiappalto delle mense. Priorità ai prodotti a chilometro zero
Bambini in una mensa scolastica in una foto d’archivio
Bambini in una mensa scolastica in una foto d’archivio

TRIESTE Gli alunni degli asili nidi e delle scuole d’infanzia comunali si preparino ad abbuffate a base di dieta mediterranea e piatti tipici del Friuli Venezia Giulia. Partirà infatti nel gennaio 2016 il secondo lotto dell’appalto mense scolastiche del Comune di Trieste: un piatto da 20 milioni e 936mila euro che si è accaparrato la ditta Dussmann Service di Milano. Riguarderà tutti gli iscritti agli istituti per la fascia 0-6 anni del Comune e qualche scuola statale e prevede nero su bianco che ai bambini vengano somministrati pasti con prevalenza di cibi biologici e dieta mediterranea.

Maxiappalto da 18 milioni per le mense
School Children Eating a Healthy Lunch

Le cucine Questa tranche dell’appalto interessa gli istituti dotati di cucina. Tutti gli altri, che richiedono un servizio esterno, sono stati affidati qualche mese fa con il primo lotto da 18 milioni al raggruppamento temporaneo di imprese Camst/La Quercia/Cooperativa Basaglia. «Nel caso dell’appalto appena affidato parliamo invece di tutti gli istituti 0-6 anni - spiega l’assessore alla scuola Antonella Grim - perché sono in primis gli asili e le scuole d’infanzia ad avere una cucina oltre alla sala mensa. Anche se ci sarà qualche scuola statale che beneficerà del servizio».

I nuovi menù La lista degli alimenti prevista dal bando per l’appalto va a rafforzare ulteriormente una tendenza già avviata sia a livello comunale che dalla legislazione nazionale. Nelle mense scolastiche è sempre più in voga l’idea del mangiare sano. Dichiara l’assessore Grim: «Quest’anno abbiamo aumentato la percentuale di alimenti biologici che devono essere utilizzati nella composizione del menù». Il biologico non è però l’unico criterio: «Il discorso vale anche per i prodotti Igp, Dop e tradizionali: l’idea è che gli alunni delle nostre scuole abbiano accesso a una dieta il più possibile a chilometro zero, del territorio, con prodotti tipici e piatti del Friuli Venezia Giulia».

Svolta “bio” e meno sprechi nel maxiappalto delle mense
Piatti di pasta serviti per pranzo in un asilo

La dieta mediterranea Parallelamente a queste scelte del Comune, la legge nazionale impone un incremento della dieta mediterranea: «Una norma del 2013 ne rafforza l’uso nelle mense - dice Grim -. Noi l’abbiamo adottata appieno potenziandone la presenza nei menù che vengono elaborati dai nostri uffici in collaborazione con l’azienda per l’assistenza sanitaria». Potranno tirare un sospiro di sollievo tutti i genitori che hanno preso molto sul serio il can can mediatico generato dall’avvertenza dell'Oms sui pericoli derivanti dal consumo eccessivo di carne rossa: a quanto pare i bambini di Trieste a scuola non verranno ingozzati di insaccati.

Le mense insonorizzate Un’altra parte rilevante dell’appalto riguarda l’insonorizzazione delle mense: «Le aule dedicate ai pasti negli asili e nelle scuole dell’infanzia, spesso e volentieri, non sono state trattate in questo senso. Fino a qualche anno fa non ci si pensava - spiega Grim -. Ora però c’è una nuova sensibilità al riguardo: tanti bambini e bambine, impegnati nel pasto tutti assieme, possono essere un po’ rumorosi, ed è normale che sia così. Ma, per assicurarci che nessuno venga disturbato, abbiamo preferito inserire nel bando i lavori per l’insonorizzazione». Tutte le scuole che ancora non sono dotate di mense schermate verranno quindi ammodernate.

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Un bimbo sulla bilancia

Il prezzo ribassato L’entità di questo secondo lotto ammontava in principio a 24 milioni 364mila euro, per un lasso di tempo compreso fra il 2015 e il 2020. Diversi sono i fattori che hanno contribuito ad abbassare il costo complessivo. Innanzitutto l’andamento della gara: si sono presentati infatti due partecipanti con proposte al ribasso. Il primo è la vincitrice, la Dussmann, con un’offerta da 21 milioni 760mila euro; la seconda era la Cir Food di Reggio Emilia, con un’offerta da 23 milioni 292mila euro.

La commissione incaricata di valutare le proposte ha inizialmente conferito un uguale punteggio alla qualità delle due offerte: una risposta positiva alle richieste di qualità contenute nel bando comportava infatti un maggiore punteggio in sede di gara. Il criterio discriminante dell’appalto, però, è pur sempre il minor costo e, constata la sostanziale pari qualità tra i contendenti, la gestione delle mense è andata alla Dussmann.

L’appalto rimandato L’appalto, però, doveva partire con l’inizio dell’anno scolastico, mentre è stato rimandato all’inizio dell’anno. La ragione sta in un’anomalia di carattere burocratico nella proposta che ha costretto il Comune e la società a una nuova fase di approfondimento. In attesa di venire a capo del groviglio di carte, in questi mesi l’affidamento è stato prorogato al gestore precedente, secondo le stesse regole dell’appalto. A partire dal 2016 la Dussmann potrà entrare in azione. Questo allungamento dei tempi, però, ha portato anche a una riduzione del costo complessivo, a cui sono stati sottratti i fondi impiegati per questi mesi di dilazione.

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