Trieste dice addio a Mimmo, il “capo” dell’Ausonia
TRIESTE Lo chiamavano “il re dei rovinai”, ma anche “il capo dell’Ausonia” e chissà in quanti altri modi. Ma per tutti era “Mimmo”, quello dalla battuta pronta e dal sorriso sempre sulle labbra. Brizzolato, la pelle perennemente abbronzata, la camicia aperta e la collana d’oro al petto ben in vista ne facevano in qualche modo un “personaggio” cittadino. Un po’ per la verve, un po’ per l’inconfondibile aspetto, certamente non passava inosservato. E, conferma chi lo frequentava abitualmente, aveva una buona parola per tutti.
Domenico Fiorini, ex commerciante e ristoratore, se n’è andato a ottantotto anni. I familiari lo hanno trovato senza vita nella sua abitazione. Era stato ricoverato recentemente all’ospedale per un problema al cuore. La cura si è prolungata per tre mesi, ma sembrava essersi ripreso.
Nato nel 1930, originario di Catania, si era prima trasferito a Roma e poi a Trieste. Aveva cominciato dal nulla come “lattaio”, poi ha fatto il rappresentante di prodotti per capelli. Nel 1974 ha aperto un negozio di abbigliamento femminile in via Battisti, la nota “Boutique Mimmo”, in attività per decenni. Ma molti associano il nome dell’ex commerciante al ristorante “Casablanca”, sulle Rive, poi diventato “Dalì” gestito assieme alla figlia Isabella.
Più che per le sue avventure imprenditoriali, tanti triestini ricordano Fiorini per la sua contagiosa vivacità, per il suo amore per il mare e la vela. D’estate l’Ausonia era la sua seconda casa, raccontano i parenti. «Sì, proprio così, e lui, Mimmo, ne era il capo indiscusso», precisa un amico di vecchia data. Domenico Fiorini lascia la moglie Giuliana, sua compagna per tutta la vita, i figli e i nipoti.
«Mio padre è stato veramente un grandissimo personaggio - osserva la figlia, la signora Isabella - direi che era uno degli ultimi uomini delle “dolce vita” di questa città. Era una persona piena di calore umano, gioiosa, dinamica, divertente e buona. Veramente un grande, non ho altre parole. Se n’è andato felice e sereno - prosegue - questo è importante. Si è spento all’improvviso e non ha sofferto, ci mancherà tantissimo». Isabella lo descrive così, tra le lacrime e il sorriso.
«Stiamo parlando di una sorta di istituzione per la città. Mimmo era conosciuto davvero da tantissimi qui a Trieste, in ogni settore e in ogni strato sociale», ripete un parente. «Era noto nel commercio, ai politici e ai semplici triestini. Frequentava spesso l’Ausonia perché gli piaceva prendere il sole. Per questo lui era il “capo”. Una volta si è anche buttato in acqua per salvare una persona. L’ha vista in difficoltà e si è subito tuffato».
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