Trieste, dalla Ue 15 milioni per la crescita del porto
La somma. Quindici milioni di euro che hanno come mittente l’Unione europea e come destinatario il porto di Trieste: ricerca&sviluppo, cooperazione territoriale, parziale co-finanziamento delle infrastrutture sono i capitoli di impiego. La parola d’ordine è innovazione, perchè il presidente Zeno D’Agostino, ieri a Napoli - dove ha ricoperto per un periodo la carica di segretario generale dell’Autorità- per un convegno, ritiene prioritario il tema della conoscenza. Costruire banchine e rotaie va bene, ma poi vanno fatte funzionare in un contesto logistico tecnologicamente aggiornato.
La nota. L’Autorità dell’Adriatico Orientale ha diffuso ieri una nota, per sottolineare i risultati ottenuti nella ricerca di sostegni finanziari presso le istituzioni Ue. I 15 milioni, cui s’accennava all’inizio, vanno rapportati a una proposta progettuale valutabile in circa 80 milioni di euro, contribuendo quindi a un livello medio di supporto valutabile tra il 15 e il 20%.
Commenti. Un dato interessante - come spiega Massimo Gardina, collaboratore del presidente sugli europrogetti finalizzati alla ricerca - è che questi 15 milioni intervengono solo in modo periferico sui grandi investimenti, come la Piattaforma logistica e la riorganizzazione di Campo Marzio: vanno invece a sostenere molti altri aspetti della vita portuale. Lo dimostrano i nove progetti - destinati comunque a salire di numero - di cui l’Autorità è partner.
I nuovi progetti. “Napa4Core” e “Adri-Up” si riferiscono alle infrastrutture. “Locations” riguarda la mobilità sostenibile per i crocieristi, in considerazione del fatto che nel corso dell’anno sono programmate 70 toccate con una previsione di 120 mila passeggeri. “Portis” punta a coordinare con il Comune i collegamenti tra città e porto, “Supair” e “Talknet” si occupano di sostenibilità ambientale, il trasporto ferroviario rientra nel menu di “AlpinnoCt” e di “Isten”, “Clusters” studia la maniera di accrescere la collaborazione tra chi opera all’interno dello scalo.
Progetti che, a loro volta, richiamano i programmi di finanziamento nei quali l’Autorità si è inserita per cercare risorse: Cef, Horizon 2020, Interreg Med, Interreg Spazio Alpino, Interreg Central Europe, Interreg Adrion. C’è molta attenzione per la ferrovia, d’altronde nel corso del 2016 sono partiti/arrivati 7631 convogli dalle banchine triestine, così d’aver consentito a Trieste di superare La Spezia in questo ambito.
Il parere del presidente. «Oggi si è competitivi - è il commento di D’Agostino - solamente se si è in grado di seguire l’evoluzione tecnico-organizzativa del mercato. Ecco perchè negli ultimi anni abbiamo investito nel campo della ricerca e dello sviluppo».
L’obiettivo è attrarre giovani ricercatori, che sappiano coniugare innovazione ed esigenze operative di un porto. Le antiche incomprensioni con Bruxelles - si ricorderà la vicenda, fortunanatamente con esito fausto, delle concessioni a lungo termine (Molo VII, ex Aquila, Siot) - sembrano superate.
Anche le recenti novità in materia di aiuti di Stato dovrebbero rappresentare fattori facilitativi per il porto triestino, in quanto la Commissione Ue ha esentato dai propri vincoli alcune misure di pubblico sostegno: si potrà investire fino a 150 milioni di euro per gli scali marittimi. Il ruolo importante di Trieste, negli scambi mediterranei con le realtà extra-comunitarie come la Turchia, era stato sottolineato dall’eurocoordinatore delle Autostrade del mare, Brian Simpson, in occasione dell’incontro internazionale di marzo alla Marittima.
Anche il Corridoio Adriatico-Baltico si inserisce nelle direttrici multimodali volute dalla Ue, con il servizio che unisce TRieste a Kiel, da dove i semi-rimorchi vengono imbarcati su traghetti alla volta della Svezia e della Norvegia.
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