Trieste, dà fuoco all’auto della ex: ai domiciliari

Fabio Bastico, già bodyguard di Trieste Libera, è ritenuto il responsabile dell’incendio in un’area parcheggio di via Costalunga
Lasorte Trieste 02/05/14 - Gotti, TLT
Lasorte Trieste 02/05/14 - Gotti, TLT

TRIESTE Il furore indipendentista in questo caso non c’entra. Stavolta si è trattato - in base alle ricostruzioni della Procura - dell’azione di un uomo incapace di gestire una delusione sentimentale. Si chiama Fabio Bastico, quarantacinquenne, fino a un paio di anni fa componente del servizio d’ordine del Movimento Trieste Libera.

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Era stato anche il bodyguard dell’allora leader dello stesso Movimento Trieste Libera Roberto Giurastante. Lo accompagnava fin dentro la sua abitazione dopo avergli fatto indossare un giubbetto antiproiettile. Bastico si trova ai domicilari - raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare del gip Luigi Dainotti su richiesta del pm Matteo Tripani - per una serie impressionante di accuse di episodi di stalking che hanno raggiunto l’apice con il rogo all’auto della donna ritenuta la vittima della vicenda.

La data clou di questo caso giudiziario-passionale è quella del 22 ottobre scorso. Il luogo un condominio di via Costalunga, dove abita la donna, descritta come un’avvenente ballerina. Secondo le indagini dei carabinieri Bastico ha appiccato il fuoco in due punti distinti dell’auto della donna stessa (una Mazda Mx3) che era parcheggiata nelle pertinenze del condominio.

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Ma le fiamme in breve si sono estese e hanno poi interessato anche le altre vetture in sosta negli stalli adiacenti. Si tratta di una Golf, di una Polo e di un’Astra. E infine - nell’occasione - è andata pure distrutta la vetrata della veranda di un appartamento che si trova al primo piano dello stabile.

In precedenza Bastico, secondo l’accusa, aveva travolto - come spesso accade in queste circostanze - la donna con una vera e propria valanga di messaggini, sia sms che whatsapp. Il motivo all’origine dell’esplosione di tanto furore incendiario da parte di Bastico è indicato chiaramente dal capo di imputazione formulato dal pm Tripani: è avvenuto a seguito della decisione della donna di interrompere la loro relazione affettiva.

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Lui, insomma, non ha accettato l’addio. E così si è scatenato provocando alla vittima un perdurante stato di ansia e di paura tale da ingenerare in lei un fondato timore sia per la propria incolumità che per quella delle figlie minorenni. Uno stato tale, rileva il pm, da costringere la donna ad alterare le proprie abitudini di vita. Infatti proprio per fuggire da Bastico la donna si era addirittura allontanata alcuni giorni dal proprio domicilio.

L’indipendentista è stato arrestato lo scorso lunedì, quando è stato raggiunto dai carabinieri che gli hanno notificato il provvedimento del giudice. All’interrogatorio di garanzia davanti al gip Dainotti, avvenuto ieri , si è avvalso della facoltà di non rispondere. È stato assistito dall’avvocato Mariapia Maier.

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In questi ultimi tempi Bastico è finito nei guai per delle vicende legate all’attività degli indipendentisti. Era presente in effetti al blocco della bretella del Porto vecchio attivato in occasione del cosidetto «ultimatum all’Italia», proclamato nel mese di febbraio del 2014, una manifestazione definita un’adunata sediziosa caratterizzata dalla ribellione verso i pubblici poteri e gli organi dello Stato.

Spesso ha manifestato sotto il Tribunale chiedendo il difetto di giurisdizione che la giustizia italiana si facesse da parte. Assieme ad altri esponenti indipendentisti ha anche aderito alla diaspora nella quale la galassia dei sostenitori del Territorio libero di Trieste si era diviso - nel maggio del 2014 - in tre diverse fazioni. Chissà se questa volta chiederà di essere giudicato da un Tribunale internazionale. Certo è che per ora deve restare ai domiciliari italiani.

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