Trieste, Cremcaffè cambia gestore. Il Pane Quotidiano lascia

Addio al laboratorio che sforna il pane dalle 6 alle 23 tutti i giorni dell’anno
L’entrata di Cremcaffè in piazza Goldoni (Foto Lasorte)
L’entrata di Cremcaffè in piazza Goldoni (Foto Lasorte)

TRIESTE Cremcaffè di piazza Goldoni cambia. E dà l’addio al laboratorio che sforna il pane dalle 6 del mattino alle 23 per 365 giorni all’anno mantenendo all’interno solo una semplice rivendita. Il contratto di gestione siglato sei anni fa tra la Julius Meinl, proprietaria del marchio Cremcaffè un tempo di Primo Rovis, e la catena de Il Pane Quotidiano di Paolo Fontanot non è stato rinnovato.

«La decisione - assicura Fontanot - è maturata di comune accordo tra le parti. Ho avanzato alcune richieste per far fronte all’importante investimento per la ristrutturazione dell’intero locale e la Julius Meinl ha ritenuto legittimamente di non accettarle. Per questo il contratto non è stato rinnovato».

Sei anni fa, per ristrutturare quei locali, Fontanot ha speso 500mila euro. E l’affitto ammonta a 12mila euro al mese (Iva inclusa). «Per ammortizzare quell’investimento e iniziare a guadagnare un pochino, visto che il locale comunque funzionava, ho chiesto in sede di rinnovo del contratto una lieve riduzione del canone di locazione e del costo del caffè che mi forniva. Purtroppo le mie richieste non sono state soddisfatte» aggiunge il titolare de Il Pane Quotidiano.

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A subentrare nella gestione di Cremcaffè sarà la Nest srl, una società creata ad hoc per questa nuova iniziativa, che sembra gravitare attorno al gruppo che in città ha già rilevato il bar Romaquattro, il Tea Room e la Portizza. Il Pane Quotidiano, lasciando la gestione, si porterà via la sua licenza di panificazione e quei tre forni in ghisa con cottura su pietra, risalenti al 1919, che negli ultimi anni hanno cotto il pane impastato nel laboratorio retrostante.

Ma un accordo con la società subentrante potrebbe fare in modo che Cremcaffè continui a vendere il pane che Il Pane Quotidiano produce nel suo stabilimento di strada per la Rosandra. Oggi, infatti, la storica struttura di piazza Goldoni incassa il 50% dal comparto caffetteria e il 50% dai prodotti di panetteria. Con questa operazione Julius Meinl intende evidentemente riportare la tazzina d’espresso e la vendita delle sue miscele in prima fila.

L’inventario che andrà a sancire l’uscita de Il Pane Quotidiano avverrà il 30 marzo. Nessuno degli undici dipendenti attualmente in forza al punto vendita di piazza Goldoni perderà il posto di lavoro. Alcuni verranno spostati nelle altre attività della catena che fa capo a Fontanot mentre altri verranno riassorbiti dalla nuova società che subentrerà nella gestione. Il locale verrà leggermente rivisto. Potrebbe avere più spazi per tavolini e posti a sedere dove gustare in pace un caffè o leggere un giornale.

Fontanot, con la sua azienda Il Pane Quotidiano, esce comunque a testa alta da questa esperienza. È riuscito a far digerire ai triestini il radicale cambiamento del locale, a non far rimpiangere troppo quella Cremcaffè di Rovis che per i triestini era e resta un’istituzione, e ad essere stato tra i primi a proporre a Trieste la felice convivenza tra panificio e caffè poi raccolta e messa in pratica da altri panettieri.

Il Pane Quotidiano - che conta altri cinque punti vendita in città - aprirà, contestualmente alla sua chiusura di piazza Goldoni, un nuovo locale in Strada della Rosandra 50 accanto allo stabilimento dove produce parte dei suoi prodotti.

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