Trieste conquista gli incassi di Miramare

Gli introiti delle visite non andranno a Roma: «Tesoretto da 400mila euro». E ipartono gli attesi lavori
Il Castello di MIramare visto dal porticciolo (Foto Lasorte)
Il Castello di MIramare visto dal porticciolo (Foto Lasorte)

Come biglietto da visita della città, negli ultimi tempi, ha lasciato a desiderare, con buona pace di Massimiliano d’Asburgo, che lo volle strappare al promontorio roccioso di Grignano circa 160 anni fa, trasformandolo in un sontuoso complesso di giardini, laghetti e romantiche strutture artificiali. Ma l’attuale degrado in cui versa, almeno in alcuni punti nevralgici dei suoi ventidue ettari di superficie, sembra avere i mesi contati.

Per il Parco di Miramare, infatti, è arrivato il momento della “remise en forme”. Le ruspe sono infatti già entrate in azione, seguite dagli operai e dai camion ribaltabili. E, a breve, entrerà nel vivo anche una seconda, preziosa novità destinata a “rivoluzionare” la gestione della dimora di Massimiliano e Carlotta: d’ora in avanti gli incassi legati alla vendita dei biglietti d’ingresso al Castello non prenderanno più la via di Roma, ma resteranno a Trieste.

Sul Parco resta l’incognita del biglietto
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La valorizzazione dei giardini è iniziata dal recupero delle serre ottocentesche e dalle strutture adiacenti, le cosiddette serre nuove. L’Accordo di programma Stato-Regione ha messo a disposizione la cifra complessiva di un milione e 800mila euro e, dopo i tempi tecnici necessari a completare l’iter per l’appalto dei lavori, finalmente si sono potuti aprire due cantieri.

A partire per primi sono stati i lavori alle serre storiche, quelle che fanno mostra di sé davanti alla Gartenhaus, il castelletto che si affaccia sul porticciolo di Grignano. Per anni hanno ospitato i colibrì di Stefano Rimoli, fondatore del centro per la salvaguardia di questi minuscoli volatili, finiti loro malgrado in una spiacevole querelle a seguito di debiti e strascichi amministrativi.

Il primo inevitabile nodo affrontato dagli operai della ditta Lares di Venezia, specializzata nella diagnostica e nella conservazione delle opere d’arte, è stato quello dello sgombero e dello smaltimento dei rifiuti presenti all’interno delle serre. «Questa operazione - spiega Luca Caburlotto, responsabile del Polo museale regionale di Aquileia, Cividale e Miramare - ci è costata 15mila euro. Unacifra calcolata all’interno del capitolato d’appalto, ma che è frutto dell’incuria del precedente gestore degli spazi».

La somma a disposizione per completare i lavori di restauro alle serre, della durata stimata in 180 giorni, si aggira attorno ai 200mila euro.

Castello di Miramare: sale a sei euro il prezzo del biglietto
Il castello di Miramare

Diversi vetri sono danneggiati e l’elegante struttura in ferro va riportata agli antichi splendori. Accanto c’è una cappelletta in pietra da ricostruire, mentre la massima priorità viene ora riservata allo smaltimento dell’eternit utilizzato come copertura, per il quale è già stata interessata una ditta specializzata. «Abbiamo programmato la valorizzazione di questi ambienti - continua Caburlotto - anche se non è stata ancora decisa una destinazione d’uso definitiva. Al loro interno, probabilmente, vi saranno allestite delle esposizioni».

Sul secondo lotto, a pochi passi di distanza, è da qualche giorno impegnata la Restauri e costruzioni di Tavagnacco. In 240 giorni e a seguito di un importo contrattuale di circa 600mila euro, gli specialisti friulani dovranno mettere mano a diverse strutture, agevolando lo smaltimento dell’amianto presente e iniziando a costruire quello che diventerà un piccolo giardino all’italiana, con una notevole varietà di essenze. La restante area verrà adibita a centro turistico didattico-naturalistico, mentre la piccola stalla ai lati del giardino ospiterà un punto di ristoro. «Entrambi gli interventi - sottolinea Caburlotto - risultano molto complessi e sono frutto dell’intenso lavoro dell’architetto Maurizio Anselmi, che ha curato i progetti e realizzato il capitolato di spesa». Il lifting a Miramare, però, non si limiterà a queste due opere. A inizio estate, infatti, verrà messo mano al parterre di bossi e arbusti, grazie a ulteriori 90mila euro frutto dell’accordo Stato-Regione, e a 30mila euro destinati dal Fai, il Fondo italiano per l’ambiente.

Ma le buone notizie per la tenuta asburgica non finiscono qui. Gli introiti derivanti dagli ingressi al Castello, infatti, rimarranno a Miramare, dopo che nel 2008 l’allora ministro Giulio Tremonti aveva bloccato per legge questa possibilità di reinvestimento. «Si tratta di un tesoretto di circa 400mila euro l’anno - precisa Caburlotto - che finalmente ci consentirà una gestione di tipo manageriale».

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