Trieste, chiude l’ultimo negozio in Cavana. Addio Masè
TRIESTE Cala il sipario sullo storico marchio Masè. A inizio 2021 chiuderà anche l’ultimo negozio sopravvissuto, quello di Cavana. Il foro commerciale da 70 metri quadrati, precisamente collocato in via delle Mura 2, è appena stato venduto dalla Family srl, la società immobiliare del gruppo Masè, per circa 300 mila euro a una società immobiliare triestina. Con questa operazione, di fatto, l’insegna dell’azienda fondata a Trieste nel 1870, rilevata nel 2013 da una cordata di imprenditori friulani capitanati dal friulano Stefano Fulchir, sparirà dal mercato.
Lo stabilimento di produzione di salumi di via Ressel è stato, infatti, già affittato alla IVision Health, - società guidata sempre dai Fulchir - e convertito in punto di produzione di mascherine. E ora con la chiusura del negozio in Cavana verrà sospesa anche la produzione esternalizzata di prosciutti e altri prodotti a marchio Masè, che ora riforniva solo quel punto vendita. L’amministratore delegato Stefano Fulchir aveva già anticipato due anni fa che quella della vendita al dettaglio non sarebbe stata più la direzione nella quale il gruppo intendeva investire. «Un punto vendita come quello di Cavana va seguito – sottolinea l’imprenditore – e noi attualmente siamo impegnati delle operazioni portate avanti con IVision Health (la società ha riconvertito in produzione di mascherine anche l’ex stabilimento Safilo di Martignacco)».
Nella salumeria di Cavana attualmente lavorano 4 dipendenti, uno presto andrà in pensione. «Sono tutte persone in gamba, – sostiene Fulchir – che hanno dato il massimo anche nel periodo del lockdown continuando a lavorare senza un giorno di sosta. Verrà data loro la possibilità di lavorare nelle nostre altre attività: non li lasciamo certamente per strada». L’attività dell’attuale salumeria resterà aperta fino alla prossima Epifania.
A farsi avanti per affittare il locale dalle ampie vetrine, un ampio spazio all’aperto di pertinenza accanto all’ingresso laterale, in uno dei punti di maggior passaggio della città, si sono già fatti avanti diversi commercianti e esercenti. Sul palazzo che lo ospita esiste un vincolo, di conseguenza affinché l’atto di compravendita diventi definitivo – il rogito è avvenuto tre giorni fa – , servirà attendere i 60 giorni canonici entro i quali per legge il ministero dei Beni culturali potrebbe avanzare la volontà di rilevarlo. L’attività di mediazione è stata curata dalla Gabetti Immobiliare di Trieste che per la Family srl aveva già portato a termine la vendita del punto vendita di via Timeus, oggi trasformato in un centro servizi Acli.
Nel 2013, quando lo storico marchio dell’industria alimentare giuliana, venne acquisito dalla cordata di imprenditori friulani, i punti vendita erano addirittura 15. Le prime saracinesche a marchio Masè ad abbassarsi furono quelle di via Lazzaretto vecchio, nel 2016. A ruota la città ha assistito alla chiusura di negozi come quello storico di via Gallina, e poi in via Battisti, largo Barriera, via Carducci o, appunto, di via Timeus. Nell’estate del 2018 è stato chiuso anche il punto vendita “Casa Masè” all’interno del centro commerciale Torri d’Europa. Da allora a restare accese erano ormai solo le luci della rivendita di Cavana, ma tra pochi mesi anche quelle si spegneranno facendo calare il buio su una realtà che ha raccontato Trieste nel mondo. «È un marchio che ha 150 anni di storia, i macchinari utili alla produzione sono conservati al secondo piano dello stabilimento, ma per ora – spiega Fulchir – non c’è da parte nostra la volontà di riprendere la produzione». —
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