Trieste, chiude lo storico negozio Vetri di Murano

Il titolare: «Se non si fa avanti nessuno serrande giù a dicembre» È l’icona di un comparto in ginocchio: 88 esercizi chiusi in un anno
Di Laura Tonero
Lasorte Trieste 04/05/13 - Negozio Vetri di Murano
Lasorte Trieste 04/05/13 - Negozio Vetri di Murano

“Cedesi attività o affittasi locale”. In queste ultime ore, in via delle Torri, questo annuncio, appeso all’esterno dei Vetri di Murano, ha lasciato tutti senza fiato. Un’altra colonna portante, un’altra attività storica del commercio triestino chiuderà i battenti. A fine anno. È l’ennesima prova della crisi della terziario in città. Una crisi che da tempo sta muovendosi a lunghe falcate non solo in periferia ma anche nel cuore di Trieste erodendo di giorno in giorno il nostro tessuto commerciale. Una recessione che nel 2012 ha dettato nella nostra provincia la chiusura di 173 aziende del terziario (e di queste 88 erano proprio negozi al dettaglio). Una strage.

«Tasse in aumento e vendite che diminuiscono, una combinazione mortale per un’impresa», analizza Enzo Bassan, titolare dei Vetri di Murano. «Attendo alcuni mesi per vedere se qualcuno risponde al mio annuncio - continua - poi ad agosto parto con la svendita e a dicembre abbasso le saracinesche, chiudo».

Il titolare, che lavora in quel negozio da 65 anni, per far fronte alle spese ha investito anche capitale personale. «Negli ultimi tre anni - riferisce - da quando la crisi non ci dà pace, ho tirato fuori un milione e mezzo di euro e ho dovuto persino ridurre il personale». I dipendenti in pochi anni sono passati da dodici a quattro. La famiglia Bassan, in quell’attività, ci ha messo anima e cuore. Ancora oggi ci lavorano Enzo, la moglie Beatrice quando può e il figlio Guido. L’altro figlio, Joram, professionista triestino, cura tutta la parte amministrativa. «Non vendo i muri - spiega Bassan - perché quella è l’eredità che intendo lasciare ai miei figli e ai miei due nipoti. Sono sincero - ammette - cinque anni fa non avrei mai immaginato di dover prendere questo drastico provvedimento, ma è impossibile andare avanti».

Circa due anni fa Bassan era stato contattato dalla McDonald’s. «Il loro direttore commerciale aveva fatto un sopralluogo - racconta - perché volevano realizzare un unico punto vendita prendendo in affitto anche il vicino negozio Nacmias e il piccolo punto vendita della Tim che ci separa. Ci avevano offerto per l’affitto di tutti e tre i locali, inclusi i piani superiori, 25mila euro al mese ma non tutti erano d’accordo e l’affare è saltato».

Non esiste triestino che non abbia almeno buttato l’occhio incuriosito a quelle vetrine piene zeppe di migliaia di articoli. Quello è stato per decenni il paradiso dello scherzo, della bigiotteria, delle stranezze per gli addii al nubilato e al celibato, delle magliette con le fotografie dei cantanti, delle maglie delle squadre di calcio, delle bomboniere, delle borse, degli oggetti in vetro, delle stuatuine, dei biglietti d’auguri, di cornici e orologi. Impossibile elencare tutti i 30mila articoli proposti nel negozio. I Vetri di Murano lì, in via delle Torri, sono aperti da 83 anni. Era il 5 dicembre 1930 quando Aldo Bassan, detto ”el venezian”, alzò per la prima volta quella saracinesca. Tre metri per tre in tutto, praticamente lo spazio che oggi occupano le vetrine. Un piccolo negozio che vendeva proprio solo vetri di Murano - la famiglia in precedenza aveva gestito una bottega in viale XX Settembre dove si realizzavano oggetti in vetro - che pian piano si sviluppò su due piani. E che oggi conta circa 600 metri quadrati, considerando che i Bassan sono proprietari del piano terra, della parte soppalcata e di sei stanze al primo piano del palazzo, oggi utilizzate come magazzino. Così i Vetri di Murano negli anni sono diventati un’istituzione. «Alcune clienti che si servono da noi da decenni - racconta il titolare - appena hanno saputo delle prossima chiusura sono venute da me con le lacrime agli occhi, mi stanno dimostrando tutti grande stima e grande affetto».

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