Trieste, capelli nel piatto e ritardi. Multe ai big delle mense

TRIESTE La pizza ritarda? Multa. Nel cibo un frammento metallico? Multa. Un pelo o un capello nei pressi dell’insalata? Multa. Saranno state le polemiche sugli appalti delle mense ancora risalenti all’epoca cosoliniana, saranno le recenti tensioni sulla composizione più o meno “etnica” dei menu destinati ai giovani gourmet, sarà l’impegno per stanare i “portoghesi” che usurpano il vassoio.
Insomma, da parte dell’amministrazione comunale triestina sembra essersi alzata l’asta dell’attenzione nei confronti dell’alimentazione collettiva di propria competenza. Al punto che tre delle primissime determine (gli atti firmati dai dirigenti) datate 2017 hanno riguardato l’applicazioni di penali per altrettanti “disservizi” in tema di mense scolastiche: sono la 4, la 5, la 42.
Tre episodi distinti descritti e “puniti” dallo stesso dirigente, Manuela Salvadei, responsabile dei Servizi educativi integrati all’interno della maxi Area educazione-università-ricerca-cultura-sport: si sono verificati in dicembre nelle giornate del 7, del 14, del 22. Narriamoli seguendone l’ordine cronologico, si noterà che i testi dei provvedimenti riportano una trama sostanzialmente analoga.
Il primo è accaduto nella scuola primaria “V. Longo” in via Commerciale: un insegnante comunicava l’avvenuto rinvenimento da parte di un alunno di «un corpo estraneo”, identificato come un capello o un pelo, nel piatto che ospitava pizza e insalata.
Piatto preparato in questo caso dalla Dussmann. Impossibile verificare a posteriori - argomenta la dottoressa Salvadei - quando il pelo/capello sia atterrato tra pizza e insalata. La fattispecie implica un’inadempienza sulla quale pende una sanzione di 3 mila euro, che l’amministrazione ha ritenuto di ridurre a 500 euro (più 2 di bollo) «in via equitativa», vista la buona volontà mostrata dall’appaltatore «per l’applicazione dei necessari correttivi».
Il secondo fatto ha riguardato il “sis” Padoa in via Archi. Stavolta la penale è toccata alla ditta Camst. Nel corso del pranzo ammannito il 14 dicembre scorso, il personale comunicava in questo caso l’avvenuto rinvenimento da parte di un alunno di un «corpo estraneo» identificato in un frammento metallico sotto a un panino depositato sulla tavola.
Impossibile accertare la provenienza dell’oggetto - scrive la determina - ma non sono accoglibili le giustificazioni della Camst. L’applaltatore però ha escluso che il corpo estraneo fosse riconducibile allo stabilimento di fornitura, per cui anch’esso ha ottenuto le attenuanti generiche con una penale da 500 euro (più il bollo) in luogo della sanzione da 3 mila euro.
La terza infrazione è più lieve e infatti è stata sanzionata con una penale di minore entità. Il calendario segnava un post-solstiziale 22 dicembre, in retta d’arrivo verso Natale. Tant’è che era in programma il menu-festa, ordinato ancora in data 26 novembre, affinchè non vi fossero malintesi. Il luogo del l’inadempienza cambia: è la scuola d’infanzia “Il Giardino Incantato”, situato nella via dedicata allo storico triestino Pietro Kandler.
I panini vennero consegnati regolarmente - ricostruisce la determina - al contrario la pizza fu erogata dalla Camst alle ore 12.50 quando il pranzo era iniziato a mezzogiorno in punto. Le mancate consegne prevedono una sanzione di ben 4 mila euro per ogni giornata “fallata”: stavolta il danno è stato arginato sia pure in ritardo, di conseguenza la dottoressa Salvadei si è limitata a imporre una mite penale ammontante a 200 euro (più il bollo).
Le penali saranno ritenute direttamente sul corrispettivo. Ricordiamo che Camst, insieme alle coop La Quercia e Basaglia, si è aggiudicato nel luglio 2015 l’appalto quinquennale di pasti freschi/caldi e gestione sale mensa per oltre 17 milioni (lotto 1). Nell’ottobre 2015 Dussmann ha vinto la gara per somministrazione di derrate, gestione cucine comunali e sale mense (lotto 2) fino al 2020 per oltre 20 milioni.
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