Trieste, Cantone sarà il garante di Porto Vecchio

Il presidente dell’Anticorruzione vigilerà sul riuso dell’area sdemanializzata. Russo: «Verrà a Trieste». Cosolini: «Sossi non rappresenta la maggioranza di Sel»
Porto vecchio e il presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone
Porto vecchio e il presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone

TRIESTE Il sindaco Roberto Cosolini tira fuori l’asso dalla manica e, complice l’assist del senatore del Partito democratico Francesco Russo, si gioca la carta del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. Ma lo fa non prima di essersi tolto un sassolino dalla scarpa e avere sottolineato, per quanto riguarda la mozione della discordia, come «Sossi non rappresenti più la maggioranza del suo partito».

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A confermare l’interessamento del magistrato napoletano è lo stesso Russo, che riferisce di averlo incontrato già a gennaio, a seguito dell’emendamento sulla sdemanializzazione del Porto Vecchio. «È stato Cantone a consigliare di creare una società pubblica che coinvolga il Comune e la Regione – spiega il senatore dem - . Ci siamo lasciati con la promessa che verrà di persona a Trieste una volta costituito tale soggetto giuridico».

Ma quali saranno le funzioni di Cantone in relazione all’iter che dovrebbe riconsegnare alla città il suo vecchio scalo marittimo? Russo individua in Cantone un possibile «cane da guardia, vigile e attento su tutti gli appalti e i processi decisionali, in grado di rendere il processo di sdemanializzazione il più trasparente possibile. Stiamo verificando insieme all’Authority anticorruzione – continua il senatore triestino – la possibilità di inserire degli strumenti innovativi di collaborazione preventiva già all’interno dello statuto costitutivo del soggetto pubblico».

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Lasorte Trieste 14/06/15 - Porto Vecchio, Magazzino 26

La proposta fatta da Russo ha il preciso intento di «fungere da deterrente per chiunque abbia in animo di provare a sfruttare Porto Vecchio per giochi poco limpidi. Rappresenta inoltre il miglior biglietto da visita di una classe politica che ha scelto di combattere seriamente, e non solo a parole, la piaga della corruzione che in passato ha toccato anche il nostro territorio».

Ma quali saranno le funzioni di Cantone in relazione all’iter che dovrebbe riconsegnare alla città il suo vecchio scalo marittimo? Russo individua in Cantone un possibile «cane da guardia, vigile e attento su tutti gli appalti e i processi decisionali, in grado di rendere il processo di sdemanializzazione il più trasparente possibile. Stiamo verificando insieme all’Authority anticorruzione – continua il senatore triestino – la possibilità di inserire degli strumenti innovativi di collaborazione preventiva già all’interno dello statuto costitutivo del soggetto pubblico».

La proposta fatta da Russo ha il preciso intento di «fungere da deterrente per chiunque abbia in animo di provare a sfruttare Porto Vecchio per giochi poco limpidi. Rappresenta inoltre il miglior biglietto da visita di una classe politica che ha scelto di combattere seriamente, e non solo a parole, la piaga della corruzione che in passato ha toccato anche il nostro territorio».

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La scelta di Cantone rappresenta solo uno dei passaggi individuati da Russo per evitare la spartizione a tavolino del Porto Vecchio, «in base a logiche che rispecchiano i piccoli interessi particolari». «Va ingaggiato un advisor per fare un piano strategico della città da qui ai prossimi trent’anni – spiega Russo - , perchè non si può riqualificare il Porto Vecchio senza avere un’idea complessiva di cosa Trieste potrà diventare nei prossimi decenni».

L’obiettivo dichiarato, per una città che sta subendo una costante emorragia di popolazione, è quello di «avvicinarsi nei prossimi trent’anni ai 250mila abitanti, sfatando al contempo il mito che vede profilarsi nel Porto Vecchio una grande speculazione edilizia. Quest’area non diventerà mai una distesa di palazzi e di ville di lusso. Non verrà venduta, ma in larga parte verrà data in concessione per 99 anni».

Masterplan alla mano, che documenti la distribuzione degli spazi e le strategie per il loro utilizzo, Russo punta ad attrarre i grandi investitori nazionali e internazionali, «perché non saranno i soldi dei cittadini a riqualificare l’area». Quali sono i modelli di riconversione ai quali fare riferimento? «Le best practice europee non mancano – conclude Russo - , anche se a nostra volta vogliamo diventare diventare un modello di riferimento per la riqualificazione urbana».

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