Trieste, bella a metà la stazione storica di Campo Marzio: servono ancora 12 milioni

Finiti i lavori sulla facciata, il cantiere si sposta all’interno. Ma per il restyling totale mancano fondi: il capo della Fondazione Fs Cantamessa si appella agli enti locali
La facciata restaurata della Stazione di Campo Marzio, in via Giulio Cesare, dove sono state eliminate le impalcature
La facciata restaurata della Stazione di Campo Marzio, in via Giulio Cesare, dove sono state eliminate le impalcature

TRIESTE Concluso il primo lotto dei lavori di ristrutturazione della Stazione di Campo Marzio. Nuova veste dunque per la parte esterna, mentre gli interventi si sono ora spostati all’interno.

Le prime stanze del museo saranno fruibili entro la fine dell’anno, dopo la chiusura di un cantiere da circa sei milioni di euro.

Ma per realizzare interamente il nuovo volto di tutto il comprensorio, ci vorrebbero ancora 12 milioni. Ad annunciarlo è Luigi Cantamessa, direttore generale della Fondazione Fs, proprietaria dell’immobile.



«Al momento le impalcature sono state tolte e gli esterni sono completati – spiega – con un restauro che ha garantito ottimi risultati sia dal punto di vista estetico sia da quello funzionale, con l’utilizzo di materiali particolari, resistenti ad esempio alla salsedine. Ciò che purtroppo i cittadini vedono già in questi giorni è che il rifacimento delle facciate si è fermato all’edificio all’angolo. Manca quindi tutta la parte fronte mare, perché i soldi sono finiti. Il finanziamento infatti, derivato – ricorda – da Regione, ministero dei Beni cultrali e Gruppo Fs Italiane, si è esaurito per i primi lotti, quello già concluso e quello in atto per sistemare le stanze interne e tutti gli allestimenti museali. Probabilmente entro la fine del 2020 riapriremo le prime stanze. Ma per proseguire – sottolinea – serve una nuova iniezione di fondi».

Secondo Cantamessa completare l’opera sarebbe un volano importante per la città. «Diventerebbe un attrattore straordinario. Per questo mi appello agli enti locali, alla Regione in primis. Il cantiere potrebbe rimanere sul posto, senza un’ulteriore gara, procedendo nei lavori sempre in accordo con la Soprintendenza, come fatto finora».

A livello nazionale ci sarebbe già l’impegno, secondo Cantamessa, a un sostegno economico, ma è a livello locale che si attende un primo segnale. «Certo anche la Fondazione Fs farà la sua parte, ma speriamo che la Regione, e magari anche il Comune, si facciano avanti. In quei 12 milioni circa, che servono a sistemare tutta l’area, rientra anche la realizzazione della grande copertura metallica originaria, una parte meravigliosa, che darebbe un valore aggiunto alla stazione. E ancora il cortile interno e, come detto, tutta la parte fronte mare, che adesso dovrà per forza restare allo stato attuale. Questo sito ha moltissime potenzialità. Ho girato tutta Europa e un luogo così non ha eguali. Rappresenta una grande occasione per la città, che spero Trieste non si lasci scappare». —


 

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