Trieste, “Aria” abbandona piazza Unità senza avere una destinazione
TRIESTE «Ho parlato con Stefano Conticelli. Il 14 gennaio se lo porta via. Ma non so dove. A me sembrava una cosa simpatica». Il senso estetico del sindaco Roberto Dipiazza non va troppo per il sottile. E così annuncia, senza tanti salamelecchi, lo sgombero da piazza Unità dei 100 quintali del monumento alla Barcolana dell’artista di Orvieto Stefano Conticelli intitolato “Aria”. Ma non si tratta di una stroncatura assoluta. L’opera al sindaco non dispiace. «Un bellissimo monumento. Solo il travertino di Guidonia è una cosa bellissima» commenta all’inaugurazione dei primi di ottobre, in piena Barcolana, proponendo poi la sua permanenza nella piazza più bella del mondo fino a metà gennaio in abbinamento con gli abeti e gli addobbi natalizi. «Incantevole. Stefano crea sempre opere uniche e del tutto originali con tanto amore e anche questa volta ha lavorato in grande» gli fa eco l’assessore ai grandi eventi Francesca De Santis.
«È stato un successo. Mi hanno inviato tante foto del monumento - aggiunge il sindaco - Ma ora dovrà decidere l’artista cosa vuole fare. Se vuole donarlo alla città o portarlo da altre parti. Il Comune non può compralo. Gli abbiamo già offerto gratis il palcoscenico di piazza Unità per tre mesi». Una rimozione brutale. Eppure fu il sindaco a proporre la collocazione definitiva di “Aria” all’interno della rotonda di viale Miramare che introduce al Porto vecchio. «Non se ne parla di spendere grandi cifre, tanto meno soldi pubblici, in quel caso la statua se la può mettere in giardino. Quel che si può fare è trovare un gruppo di privati, ne ho già parlato con alcuni, che possano fare delle donazioni per mettere l’opera al centro della rotonda. Ma la cifra a cui penso è 5-6 mila euro» dichiara il sindaco a metà ottobre dimenticando che la sua giunta ha speso 20 mila euro per la copia di una statua in serie del D’Annunzio prodotta dal Vittoriale che ora sta su una panchina di piazza della Borsa. Aria è costata, solo di spese vive, 60 mila euro. «Gliel’ho lasciata là fino al 15 di gennaio. Dopodiché lui può fare due cose: o la dona al Comune, oppure può venire a prenderla e portarsela a casa» ripete Dipiazza a inizio dicembre in Consiglio comunale.
Ma “Aria” non vuole cambiare aria. L’opera di Conticelli non vuole finire nella campagna di Orvieto dove l’artista tiene “bottega”. «Aria è destinata a Trieste. Non posso fare un torto alla città. Il 14 gennaio sarà prelevata da piazza Unità, ma resterà parcheggiata da qualche parte a Trieste, in attesa di definire la donazione che è stata interrotta dall’emergenza del Covid» spiega l’artista di Orvieto. L’opera era nata per restare a Trieste due settimane, giusto il tempo della Barcolana 2020, e poi avrebbe dovuto girare i musei del mondo per inziativa di un collezionista privato. Solo che il Covid e i triestini hanno cambiato i piani. «Dopo gli attestati di stima ricevuti dai cittadini abbiamo capito che “Aria” non può che esistere a Trieste. E così abbiamo raccolto una serie di sponsor individuali, gran parte triestini, pronti a contribuire per rendere possibile l’operazione - spiega Conticelli -. Dono gratuitamente il mio lavoro e l’ideazione artistica. Ma devo pagare i materiali e chi ha lavorato all’opera».
E la Società velica di Barcola e Grignano alla cui regata è dedicata l’opera? «In questa vicenda noi siamo solo spettatori. Certo, mi fa piacere se l’opera rimane a Trieste» spiega il presidente della Barcolana Mitja Gialuz.
La nuova opera è stata preceduta da un’altra donazione alla città di Conticelli, in occasione della Barcolana 2019, dell’opera dal titolo Tableaux Vivants, dedicata al mare e alla sua salvaguardia. «A quest’opera hanno lavorato 40 persone e ringrazio per questa ospitalità in una città bellissima di cui sono innamorato» dichiara l’artista a ottobre. L’opera è inserita in un blocco di marmo di 4 metri per 1,70 sormontato da 4 vele in acciaio Corten.
Ma dove collocare “Aria”? L’artista non nasconde che preferirebbe l’area davanti alla centrale idrodinamica di Porto vecchio alla rotonda di viale Miramare. «Sono entrambe prestigiose. Solo che la mia opera è fatta per essere vissuta. Ho apprezzato l’uso che ne stato fatto in piazza Unità dai triestini come area giochi per i bambini, panchina per leggere i giornali e angolo per consumare un caffè d’asporto. Ma la cosa che voglio di più è Aria resti a Trieste per sempre». —
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