Trieste, all’Obelisco una “stazione” per turisti e scienziati Sissa

Il progetto di un manager della Scuola ruota attorno alla riqualificazione dell’Hotel per supplire alla mancanza di una foresteria che servirebbe 440 persone. Operazione da 16 milioni
Di Pier Paolo Garofalo
Foto Bruni 25.01.14 Opicina:parcheggio dell'Obelisco
Foto Bruni 25.01.14 Opicina:parcheggio dell'Obelisco

L’Hotel Obelisco, l’albergo di fronte al celebre monumento sul Carso, non più attivo dal lontano 1979 e andato semidistrutto nel corso di un incendio, potrebbe riaprire i battenti.

E lo farebbe proprio nel suo antico ruolo di struttura ricettiva: né moschea né altro, quindi, in un’operazione dal costo stimato complessivamente in 16 milioni di euro tra acquisto, restauro dello stabile, dei bungalow annessi, parcheggio e altro. Un’operazione che riqualificherebbe così tutta l’area dell’Obelisco in un’ottica più turistica soprattutto quando il tram tornerà in funzione.

Anche lo “sponsor”, parziale, dell’investimento sarebbe di primo piano: si tratta della Sissa, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati, che ogni anno accoglie a vario titolo e per periodi di diversa durata circa 440 persone dal resto d’Italia e dall’estero ma che non ha, ad esempio, una foresteria. L’ente pubblico scientifico non ha, per ora, espresso ufficialmente volontà in tal senso ma è il “mandante” dello studio, mentre per il Comune l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Dapretto ha già fornito appoggio burocratico e amministrativo mentre il sindaco Roberto Cosolini ha auspicato che dallo studio di fattibilità si passi al recupero materiale dell’edificio, congratulandosi con l’autore del progetto.

Tutto nasce da una tesi di master di secondo livello svolto a Milano e che sarà discussa a giugno da Andrea Brunetta, 44 anni. Il manager triestino, alla Sissa da 10 anni e responsabile dell’Ufficio economato e patrimonio, è stato inviato nel capoluogo meneghino da quello che è uno dei maggiori centri di ricerca e formazione avanzata in Italia per svolgere un corso di Partenariato pubblico privato e di Project Finance. Il risultato, elaborato come tesi, è uno studio multidisciplinare su come recuperare l’ex Hotel Obelisco.

«La considerazione di base - spiega il manager - è la mancanza da una parte di una nostra foresteria e dall’altra di strutture ricettive vicino alla nostra sede di via Bonomea. Senza considerare che Trieste, a differenza di quanto era nel 2000, data alla quale risale il Piano particolareggiato residenziale del Comune che pure aveva previsto il rifacimento e ampliamento dell’edificio, ora è un’altra città. Attrae molti turisti in più e il mercato è in crescita». In merito Brunetta, oltre agli aspetti tecnico-amministrativi ed edilizi, ha svolto anche uno “studio di sostenibilità” di carattere economico. «Ho stimato che nel 2012 abbiamo generato flussi finanziari per 500mila euro, e avremmo occupato il 25% dell’hotel. Ora se, come ho rilevato, la media di riempimento di tali strutture nella nostra città è del 47%, direi che saremmo a metà dell’opera».

Ma come apparirebbe il Park Hotel Obelisco dopo la “resurrezione”? Nello studio il numero di posti-letto passerebbe da 36 a 100 nell’edificio centrale, altri ce ne sarebbero in piccoli bungalow che si trovano nel parco. Si rifarebbe anche il parcheggio e sarebbero previsti interventi accessori per la fruizione dell’edificio, oltre che per riattivare i servizi. Si tratta di modifiche tutte già previste dal Prpc. Punto di partenza sarebbe il contratto di disponibilità, lo strumento legislativo più recente previsto dal Parternariato pubblico-privato. Il termine tecnico si riferisce, in questo caso, all’operazione immobiliare che prevede il coinvolgimento di un investitore privato ma con l’appoggio di un soggetto pubblico. L’imprenditore anzitutto dovrebbe acquisire dalla curatela fallimentare di Milano la proprietà dell’immobile.

«L’ex albergo - racconta Brunetta - è stato posto sul mercato a 3,9 milioni di euro ma è rimasto invenduto. La prossima offerta sarà a 3,5 milioni». A questo punto entrerebbe (il condizionale è d’obbligo, nulla è ufficiale) in scena la parte pubblica, cioè la Sissa, ente del comparto università. Garantirebbe all’investitore l’occupazione continuata di una parte della capienza della struttura. «Tra borsisti, Phd, “assegnisti” - dichiara l’autore della tesi - attorno alla Sissa gravitano circa 440 persone. Sono la gran parte del totale del personale, completato da docenti di ruolo e tecnici». Tutte queste figure professionali, dal punto di vista delle esigenze alloggiative e delle permanenze in città si dividono in due grandi categorie: chi resta a Trieste 3-4 mesi e chi 3-4 anni, prendendo un’abitazione in affitto. Da qui l’idea di “piazzare” i visitatori “a corto raggio” nell’hotel e quelli “di lungo corso” nei bungalow.

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