Trieste, all’asta il capolavoro di Schiele

TRIESTE «Ho sognato Trieste, il mare, posti lontani. Nostalgia, ardente desiderio! Per consolarmi mi sono dipinto una barca panciuta e colorata come quelle che dondolano sull’Adriatico. E con essa la nostalgia e la fantasia possono veleggiare in mare aperto... Oh mare». Egon Schiele lo scriveva nel 1912 nel “Diario dal carcere”, durante la breve detenzione a Neulengbach, presso Vienna, con l’accusa di seduzione di minorenne.
Nel 1907, diciassettenne, era stato in vacanza a Trieste con la sorella Gertrude dove aveva eseguito diversi schizzi nella zona del porto, tra cui un olio intitolato “Porto di Trieste” (Harbor of Trieste), conservato alla Neue Galerie di Graz, che fu esposto nel 2002 al Museo Revoltella nella mostra “Klimt Kokoschka Schiele. L’età d'oro di Vienna”.

Ma c’era un altro Schiele a Trieste, datato 1907, di cui pochi erano a conoscenza. Stava nascosto in una collezione privata assieme ad altre meraviglie. «Un paesaggio gioiello» lo definisce Furio Princivalli. Si intitola “Il grande albero” (olio su tela su cartone, 30 per 40 centimetri) ed è stato pubblicato in copertina del catalogo della mostra di Vienna del 1979 “Egon Schiele, opere della collezione di famiglia”. L’avrebbe voluto “battere” la Dorotheum di Vienna. Andrà in asta alla Stadion il 4 dicembre, con base d’asta 60mila euro, in quello che si annuncia come un evento senza precedenti per Trieste.
Nella prima tornata (4 dicembre ore 17) una collezione di un centinaio di tele dei più importanti autori sloveni che in questi giorni ha riscosso tanto clamore tra la stampa e i media della Slovenia. Opere così rare ed eccezionali non possono passare inosservate all’occhio dei collezionisti. Da menzionare Ivan Grohar, Veno Pilon, Rihard Jakopic, Matej Sternen, Jama, Gojmir, Anton Kos e molti altri.

E poi tre opere di Luigi Spacal degli anni ’40 (“L’interno con scrivania e libri” del 1947 è in copertina al catalogo dell’asta) e ancora opere di August Cernigoj e Edo Murtic. Una testa in legno okoumè di Bruno Chersicla che ritrae l’architetto sloveno Joze Plecnik. Una collezione incantevole di ben dodici Anton Zoran Music (tra cui un autoritratto del pittore del 1946) che da sola costituisce quasi una retrospettiva, dai “Cavallini” del 1947 a una rara “piazza a Lubiana” del 1941. Ma soprattutto uno dei disegni di Dachau del 1945 assieme a un olio del 1973 della serie “Non siamo gli ultimi”. Nella stessa tornata andranno all’incanto opere del pittore austriaco Alfons Walde.
Ma l’eccezionalità dell’evento continuerà anche nella seconda tornata della sera (4 dicembre ore 20.30) dove verrà battuta un’opera di Felice Casorati (“Ragazza col libro” del 1945) già esposta alle Biennali d’arte di Venezia del 1952 e del 1964 (base d’asta 60mila euro). Un superquadro, come lo definisce Princivalli. La “Ragazza col libro” della Galleria di Messina fu valutata 5 miliardi al tempo della lira. Ci sono poi una scultura di Cesar, un opera del pittore Marco Ricci e un piccolo paesaggio con viandanti di Bison.

Un altro oggetto degno di nota sarà una scultura in argento massiccio (11 chilogrammi) del 1852 raffigurante Carlo I che si inginocchia alla presenza di Henrietta Maria di Francia di Elkinton Mason & C. L’opera ha già suscitato l’interesse del Victoria and Albert Museum di Londra. Ma non è ancora finita. All’asta ci sono anche opere di de Pisis, Vedova, Sironi e Rosai, oltre alla già citata tela di Vittorio Bolaffio “Manovali”.
Si prosegue poi con una meravigliosa raccolta di quadri di pittori triestini. Fonda, Tominz, Lucano, Parin, due splendidi Timmel, Barison, Butti, due opere del raro Gatteri, Piero Marussig (autoritratto), Bergagna e una splendida tela (90X140) di Ugo Flumiani (“Grande marina con barche”). Le opere si possono vedere da domani a giovedì 3 dicembre nella sede della Stadion di riva Tommaso Gulli (10-13 e 15.30-19.30). La visita vale quasi una mostra.

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