Trieste 25 anni prima della Grande Guerra
Una grande mostra per raccontare ai triestini e ai turisti i 25 anni che hanno preceduto lo scoppio della Grande Guerra. L’ultimo segmento di un mondo che le mitragliatrici, i gas e i nazionalismi europei hanno spazzato via dal palcoscenico della Storia.
Il Comune di Trieste o meglio la direttrice del Museo “Revoltella”, Maria Masau Dan ha in avanzato stadio di progettazione questa rassegna che dovrebbe essere visibile al pubblico tra il prossimo settembre e l’autunno inoltrato. I limiti temporali di quanto verrà esposto sono rappresentati in un verso dal 1891, l’anno in cui la città perdette il privilegio del Punto Franco e dovette riassettare la propria economia. L’altro limite è quello dell’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 e dell’arrivo il successivo primo luglio a Trieste dei feretri dell’erede al trono d’Austria - Ungheria, l’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia. Chi ospiterà questa rassegna non è ancora definito: potrebbe essere una mostra “diffusa”, accolta in più sedi comunali, così come potrebbe occupare per intero l’ex pescheria centrale.
La mostra prevede di raccontare questo segmento della Storia con fotografie, quadri, ritratti, disegni, mappe, libri, riviste e opere d’arte tratte da collezioni pubbliche e private, musei cittadini e archivi. Tra i temi prescelti, il lavoro, la salute, le vie cittadine con un approfondito studio delle variazioni subite dalla linea delle rive e dai moli, i palazzi, teatri, le navi, le ferrovie, i tram, la vita pubblica: passeggiate, caffè, osterie, circoli sportivi e politico-sindacali.
La parte preminente della ricerca delle immagini è affidata a Claudia Morgan che ha gestito la Fototeca comunale di Palazzo Gopcevich negli ultimi dieci anni e l’ha ordinata con criteri scientifici, consentendo la valorizzazione e identificazione di centinaia di migliaia di immagini prima difficilmente raggiungibili dagli studiosi. Ma la ricerca delle fotografie necessarie alla mostra deve fare i conti con il pensionamento della dipendente comunale. Claudia Morgan formalmente ha lasciato il proprio ufficio nell’ultimo giorno di marzo. Pensionata, dopo 41 anni di lavoro in vari uffici del Municipio. Ha spento il computer, ha restituito il telefonino di servizio, probabilmente qualcuno ha cancellato dall’organigramma il suo nome. Ma la sua “uscita” dalla Fototeca è puramente virtuale perché in queste giornate Claudia Morgan continua ugualmente il suo prezioso lavoro di costruzione della mostra. Probabilmente lo stesso Comune - vittima delle restrizioni di bilancio e dell’ impossibilità di assumere - le affiderà in tempi brevi un dettagliato incarico che ha come obiettivo quello di individuare e valorizzare le immagini da proporre al pubblico. Claudia Morgan infatti oltre tra i negativi, le lastre e le stampe fotografiche d’epoca di Palazzo Gopcevich si orienta con una facilità tra gli altri archivi comunali in cui sono conservate altre immagini, ma è anche in grado di colloquiare con i gestori delle tante collezioni private. Che fanno unica la nostra città.
“Di recente abbiamo trovato una serie di foto realizzate dai Wulz all’interno di palazzo Revoltella nel momento in cui questo edificio è diventato di proprietà comunale. Sono immagini stereoscopiche e formato ‘Carte de Visite’ e ‘Cabinet’. Non un angolo , un salone o un corridoio sono sfuggiti all’obiettivo. Si tratta di una scoperta assoluta” spiega l’ex curatrice della fototeca che a partire dal 2003 ha fatto emergere altri tesori fotografici triestini targati Pietro Opiglia, Mario Circovich, Anna Scrinzi, Ferdinando Ramann.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo