Torna a Trieste e rileva l'hotel Abbazia nonostante la pandemia. L'albergo adesso si chiama Bristol come nel 1865

L’imprenditrice Rosani scommette sulla struttura di via della Geppa in barba alla crisi. Il tributo al passato grazie a una vecchia cartolina 
Sarah Rosani davanti alla nuova insegna dell’hotel Bristol di via della Geppa. Foto di Andrea Lasorte
Sarah Rosani davanti alla nuova insegna dell’hotel Bristol di via della Geppa. Foto di Andrea Lasorte

TRIESTE L’hotel Abbazia di via della Geppa cambia nome e alla sua guida arriva un’intraprendente romana con radici triestine, Sarah Rosani, che nel 2020, nonostante la pandemia, ha deciso di investire sul settore. Con entusiasmo.

In estate ha scelto di prendere in mano la struttura, a settembre ha avviato i lavori di ristrutturazione e ora è pronta ad accogliere i primi clienti, quando il mercato turistico si riaprirà. E nel frattempo ha già cambiato le insegne, riprendendo il nome che l’albergo aveva nel 1856, hotel Bristol. Padre triestino, madre francese, dopo un’infanzia nel capoluogo giuliano Sarah si è spostata a Roma insieme alla famiglia. Cinque anni fa il ritorno nella città natale del papà, dove ha aperto un bed&breakfast, attività alla quale ora si aggiunge l’albergo. «Tra luglio e agosto stavamo ancora pagando la crisi della prima ondata di Covid – racconta – ma sembrava ci fosse uno spiraglio di ripartenza. Sono una persona ottimista e quindi, quando un amico mi ha proposto di dare un’occhiata a un hotel che cercava un nuovo gestore, pur nel momento di grande difficoltà per la categoria, ho deciso di andare a vedere comunque di cosa si trattava».

E dopo aver varcato la soglia della reception, è scattato qualcosa. «Una sensazione piacevole, subito – ricorda –, guardando i vari ambienti ho percepito immediatamente ottime vibrazioni. E poi ho scoperto che il proprietario era un ragazzo che, per caso, avevo conosciuto qualche giorno prima. Un segno del destino. Anche perché, tra tante offerte, poi ha scelto me. In pochi giorni ho firmato il contratto ed è ufficialmente iniziata questa nuova avventura». E dopo la fibrillazione iniziale è stato il turno di pianificare i lavori necessari a dare nuovo smalto agli interni, durati circa tre mesi. Piccoli dettagli sono ancora in fase di conclusione in questi giorni, ma l’albergo è ormai pronto.

Molti passando hanno notato all’esterno un cambio radicale, l’insegna. «Ho scoperto, sistemando alcuni documenti all’interno, una cartolina con una descrizione sulle origini dell’albergo, che nel 1856 si chiamava Bristol. Ho pensato quindi fosse carino riprendere quel nome, per dare valore alla sua storia, ma anche perché – aggiunge – comunque avrei voluto modificarlo, per dare nuova energia alla struttura e per segnare il nuovo corso». Anche gli spazi comuni e le stanze sono stati tutti rinnovati, con colori chiari e un arredamento moderno, alternato a qualche mobile del passato, rimasto a testimoniare la lunga vita della palazzina. Quasi tutto pronto quindi ma mancano ancora i clienti e Sarah guarda con fiducia al futuro, anche se probabilmente servirà aspettare ancora un po’. «Credo che a giugno cominceremo a vedere i primi turisti, bisogna soffrire qualche mese per ripartire. Ma questa posizione è buona, il borgo Teresiano negli ultimi anni è costantemente migliorato e penso che ci sarà un buon movimento». —


 

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